Una vita fa

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Una vita fa scrivevo il mio precedente post su questo blog, era fine aprile 2020, eravamo tutti in lockdown, io ero solo a casa mia, a Genova, e allora non lo sapevo ma 4 giorni prima avevo avuto un infarto, che io e la guardia medica, chiamata a casa per un dolore intensissimo e improvviso per tutto il corpo, abbiamo scambiato per un fortissimo attacco di cervicale.

Che fosse un infarto l’ho scoperto, o meglio ipotizzato con un certo grado di sicurezza, circa un anno dopo, quando sono finito in ospedale per i sintomi in corso di un attacco ischemico che poi hanno richiesto innumerevoli analisi ed esami per capirne le cause e che hanno evidenziato anche questa anomalia di cui non mi ero accorto al momento.

Lo dico subito, nel caso qualcuno legga ancora queste righe e non sappia nulla di ciò che sto scrivendo: mi sento bene, la causa di queste robe è stata individuata, come anche una terapia, e pure gli strascichi dei sintomi a medio termine stanno col tempo sparendo.

La cosa strana, in questo preciso momento, è rendermi conto che anche mentre scrivevo lo scorso post mi sentivo bene, il dolore era passato nel giro di qualche ora e non ho avuto più altre cose paragonabili. Almeno per qualche altro mese, ma comunque non in quel modo.

Mentre tutti ce la facevamo sotto per il Covid non mi sarebbe mai venuto in mente di dovermi preoccupare per una cosa totalmente diversa. Meno che mai alla mia età, e per qualcosa che nessuno in famiglia ha mai avuto. In quei momenti temevo solo che la guardia medica che ho chiamato (era un weekend, e avevo un po’ paura di andare in ospedale, da solo, con la pandemia ai massimi e con quel tipo di dolore), mi trasmettesse il virus, visto che prima di me aveva visitato diversi positivi.

Una vita dopo tutto è cambiato. Non vivo più da solo. Non sto più a Genova, dove non ho più nemmeno la casa, e non faccio più il pendolare ogni weekend. Ho trovato un nuovo lavoro. Ho scoperto molte più cose sulla salute di quelle che avrei che avrei voluto conoscere. Sono diventato un cosiddetto soggetto fragile, almeno per la burocrazia, cosa che mi ha regalato una corsia preferenziale per i vaccini, pensa il culo. Ho modificato un po’ il mio stile di vita, ma non in maniera drammatica. Nonostante tutto ho un po’ di ansie in meno, che non è un risultato trascurabile. Il Genoa continua a fare schifo, come al solito, ma Preziosi non c’è più, ha venduto a degli americani solidi e competenti, non una novità di poco conto.

Non faccio più fotografie da un anno, e la cosa mi rattrista. Ho perso l’abitudine fisica di uscire con uno zaino pesante e passare ore a camminare in cerca di angoli interessanti. Mi dico che è solo un blocco mentale momentaneo, e che prima o poi riprenderò. Ma intanto ogni sera torno a casa stanco, e nel weekend sono pure stanco, e le settimane passano senza che io faccia niente per sbloccarmi.

Sembra stupido per uno di quasi 48 anni, ma forse per la prima volta nella mia vita ho davvero razionalmente ed emotivamente compreso che le cose cambiano, che tu lo voglia o meno, e che devi imparare ad adeguarti al meglio delle tue possibilità. Insomma, se pure il Genoa, per una volta nella sua storia recente, inizia a fare programmi ambiziosi, devo assolutamente prendere coscienza della transitorietà dell’esistenza e dei fenomeni ad essa connessi e comportarmi di conseguenza.

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