Voglio una sigaretta

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Voglio una sigaretta
Voglio una sigaretta
Voglio una sigaretta
Sono 4 giorni che non fumo e sto iniziando solo ora a prenderci la mano.
Non mi piace l’espressione "smettere di fumare", fa sembrare tutto facile – Voglio una sigaretta – e immediato. Per come la vedo io, non si SMETTE di fumare – Voglio una sigaretta –  ma si DECIDE di non farlo. Si decide 10, cento, 1000 volte al giorno.
Voglio una sigaretta. E ogni volta devi confermare la tua decisione, sennò GAME OVER.

I primi due giorni, poi, sono avvilenti. Almeno per me. Voglio una sigaretta. Ho provato dolore fisico, ho dato un significato reale alla parola dipendenza. Voglio una sigaretta. Continui spasmi alla bocca dello stomaco, ho bevuto litri d’acqua per contrastarli. Voglio una sigaretta. Dopo le prime 48 ore poi passa il fastidio fisico. Rimane solo quello psicologico – Voglio una sigaretta – rimane il gesto automatico, il riflesso condizionato, fumarsi una sigaretta dopo aver pranzato o quando si controlla la posta. Voglio una sigaretta. Fino a 4 giorni fa fumavo circa due pacchetti al giorno, che in pratica vuol dire che io l’atto di accendermi la sigaretta – Voglio una sigaretta – lo associavo a qualsiasi azione compiuta nell’arco della giornata, nessuna esclusa.

Adesso mi rimane la voglia. La mano sinistra cerca un pacchetto invisibile sulla scrivania. Voglio una sigaretta. Certo non sto tutto il giorno a pensare al fumo, non più almeno, due giorni fa era quasi inevitabile. Ogni tanto però mi arrivano questi flash – Voglio una sigaretta – improvvisi. Sempre meno frequenti, grazie a Dio. Anche perché, pur essendo da sempre ghiotto di liquirizia – Voglio una sigaretta – se continuo a mangiare caramelle rischio di essere consumato dalla dissenteria, o magari mi esplodono tutte le arterie.

Voglio una sigaretta.

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