Tu vuò fa’ o’ giappunese

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Ve lo giuro. Il sushi bar è un’invenzione diabolica. Ma il sushi bar col menù a prezzo fisso è decisamente peggio. E non solo perché ai genovesi le parole "prezzo fisso" suscitano (sushitano?) sempre una certa emozione, un trasporto quasi commovente in coloro che le leggono un pò increduli sui menù. Se poi il genovese in questione è pure studente e squattrinato, del tipo che per settimane ha messo insieme le monetine di rame della paghetta per arrivare a quei benedetti diciassetteeuroecinquanta, senza le bibite però che quelle sono a parte, e allora è meglio prendersi la bottiglietta d’acqua che costa poco e disseta di più, e iddio solo sa quanto ci sia bisogno di dissetarsi in un sushi bar, che pure se non ci metti il wasabi basta la soia per desertificarti la gola.

Che dicevo? Ah si, prendete lo studente di prima, che l’avete capito che sono io, no? Piazzatelo davanti a un nastro trasportatore che gli sputa davanti decine di quei meravigliosi piattini al salmone, di cui è particolarmente ghiotto. Dategli la capacità individuare con precisione chirurgica tali piattini in mezzo a tutta la fuffa che passa davanti, gelatine ballonzolanti, tristi fettine allo spiedo, dessert a base di palline di polistirolo, robe fritte che non hai voglia di scoprire se sono dolci, salate, carne o pesce. Ditegli che dei famosi piattini ne può mangiare quanti ne vuole che intanto il prezzo è sempre quello. E’ praticamente obbligato a riempirsi di riso e pesce crudo fino a quando il suo stomaco lo consente.

E’ un obbligo morale, vorrei dire quasi un imperativo categorico, ma visto che non ricordo che significa preferisco non scomodare la filosofia. E si fa una di quelle scofanate di sushi che gli fanno passare la voglia per almeno un mese. La voglia di vivere, intendo, quella di sushi passa già dopo quindici piattini consumati in cinque minuti (record peraltro non omologato perché ottenuto a favore di vento, flavia vento). Vorrebbe solo mettersi a letto e aspettare che il sonno sopraggiunga il più presto possibile, perché lo sappiamo tutti che il salmone tende a risalire la corrente, ma casa sua è dall’altra parte della città. E mentre se ne sta lì, ranicchiato in posizione fetale sul sedile dell’auto che lo riporta a casa, lui sogna soltanto il cuscino. Ma, per quanti sforzi faccia, il cuscino è stranamente a forma di sushi.
Buona notte.

Sushi Pillow

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