Tributo a un grande uomo

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 Professore
Jessico T. Coso

Nato a Tubinga nel 1917,
Morto a Mignanego nel 1996

Uno dei più acclamati critici d’arte dei nosri tempi, per gran parte della sua vita fu ordinario di Estetica Trascendentale alla Scuola Media Inferiore “Mago Zurlì” di Vimercate.

In gioventù riscosse uno straordinario successo di critica il suo primo libro, intitolato “Il Suo Primo Libro”, anche se poi al botteghino andò così così. Due anni dopo pubblicò un altro capolavoro chiamato “Un Altro Capolavoro”, da cui venne tratta una celebre pellicola dal titolo "Una Celebre Pellicola".

Diventò, suo malgrado, il simbolo dell’antifascismo culturale, dichiarando pubblicamente, in occasione della settimana della moda di Milano, che la camicia nera soffocava la naturale giovialità del popolo italico e che i colori pastello erano senz’altro più indicati, soprattutto a primavera. Venne preso per sovversivo e mandato al confino.

Dopo essersi imboscato in guerra, entrò a far parte della prestigiosa rivista “Cuscinetti a sfera Magazine” dove inventò ARTErnativa così come noi la conosciamo (e che umilmente ogni settimana ci sforziamo di portare avanti come l’avrebbe voluta lui). Si presentò al direttore e lo convinse ad assumerlo con poche semplici e incisive parole: “la saluta caramente mio zio l’Onorevole”.

Lungi dall’essere un raccomandato qualsiasi, Coso parlava fluentemente 7 lingue, ma purtroppo non ne capiva nessuna, e questo gli creò non pochi problemi, come il tragico evento, passato alla storia come “l’incidente di Magonza”, in cui diede inizio a una sommossa popolare cercando di ordinare una scaloppina in trattoria.

In seguito a quell’increscioso episodio venne emarginato dalla comunità culturale internazionale e si ritirò a vita privata sulle alture dietro Genova, dove visse scrivendo le recensioni alle omelie del parroco sul giornaletto della chiesa locale. Negli ultimi anni della sua vita lavorò a quello che poteva essere il suo più grande capolavoro letterario, intitolato “Credevate che lo chiamassi Il Suo Più Grande Capolavoro Letterario, eh?”, rimasto purtroppo incompiuto.

Nel 1992 gli fu assegnato il Premio Nobel postumo, fino a quando non si scoprì che in effetti non era ancora morto, e gli venne ritirato. La varicella lo strappò all’affetto dei suoi cari alla tenera età di 79 anni, mentre ballava l’hully-gully in piscina con tre prostitute brasiliane travestite da elettrauto.


ARTErnativa Live! – Un momento dello spettacolo. Grazie a Paola per le foto.

Ieri sera, se ancora non ve ne foste accorti, abbiamo tributato un omaggio all’inventore di ARTErnativa, il nostro maestro, nel decennale della sua scomparsa. E’ stato al contempo penoso e gratificante per noi rievocare la figura del Professor Jessico T. Coso, un luminare di primo livello della Critica Artistica, e un caro amico. Visibilmente commossi ed emozionati abbiamo letto una trentina delle sue recensioni più significative, veri pezzi di bravura di un genio mai del tutto compreso, specie quando cercava di parlare sbiascicando orribilmente, dopo aver bevuto le consuete due bottiglie quotidiane di Grappa friulana.

Ringrazio pubblicamente la cinquantina di persone intervenute all’evento, la loro presenza testimonia quanto sia ancora alta la stima che Coso ha sempre goduto tra la gente. Devo purtroppo rammaricarmi del fatto che, a tratti, si sono sentite risate anche fragorose e prolungate, un atteggiamento veramente irrispettoso per l’evento che si stava celebrando e per la figura stessa di Jessico che, come tutti sapranno, dalla nascita era vittima di una brutta emiparesi alle gengive superiori, che gli ha impedito per tutta la vita di fare anche il minimo accenno di sorriso.

Lo staff di ARTErnativa (e io personalmente) si scusa se, in taluni momenti, la performance è risultata poco scorrevole, ma capirete, la nostra commozione era alta ed è stato difficile per noi rendere giustizia alla prosa del Maestro. Ma questi sono dettagli tecnici perché l’entusiasmo con cui ci avete salutato alla fine, ha rafforzato in noi il proponimento di proseguire, ogni settimana, il lavoro del nostro mentore.

Jessico, ovunque tu sia: ti vogliamo bene!

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