Tre pensieri felici

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Uno. Anzi una. Che occhei che non eri sola, che avevi intorno persone che ti vogliono bene, ma in fondo, dai, eri sola. Il cancro l’avevi tu. Sotto i ferri, sempre tu. E nessuno poteva prendere il tuo posto. Adesso riprendi possesso della tua vita. Con fatica, certo. E molta, pure. E immagino sia strano poter ringraziare per questa fatica. Ma l’alternativa non era da considerarsi, a maggior ragione alla nostra età. 
Ieri ho rivisto un’amica, e questo è un gran bel motivo per essere felici.

Due. Come uno più una, che però non fa sempre due. Non tutti hanno la vostra fortuna, ragazzi. Che poi ai matrimoni dovrei esserci abituato, ormai. E invece finisce sempre che indosso la mia cravatta più bella, e un sorriso beffardo. E faccio finta di nulla, perché non mi piace che si veda, ma sono commosso. Perché vedere due amici felici mi rende felice. E invidioso. Ma più felice.
Auguri, Francesca e Lorenzo.

Tre. Come uno più una, che spesso fa tre e più. Che alla nostra età è anche normale avere dei figli. Che detta così sembra una cosa scontata. Ma poi ti vedi davanti quell’affare che sbava, passare di grembo in grembo, di braccio in braccio. E ti ritrovi sul volto un sorriso un po’ idiota, che quando te ne accorgi cerchi di riacquistare quell’aplomb per il quale vorresti inutilmente passare alla storia. Ma poi ti giri dall’altra parte, e vedi una pancetta appena più pronunciata del solito, e lo sai che non è questione di calorie. E che a quella pancia vuoi già bene, perché vuoi bene ai proprietari legittimi del contenuto. E allora basta, alzi bandiera bianca, abbandoni ogni maschera fica e t’accontenti di essere felice.
Benvenuto, Stefano! Ciao, bimba o bimbo ancora senza nome!

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