The Quest for Piumino

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Da quando la donna che amo s’è coalizzata coi miei amici, e tutti insieme hanno deciso che il mio piumino è una schifezza inguardabile, sono caduto in depressione. Non tanto per una qualche forma d’affetto per un capo d’abbigliamento ormai logoro, e col quale non sono entrato mai tanto in confidenza, solo buongiorno e buonasera, giusto per mantenere i rapporti civili. Ma piuttosto per la sopraggiunta necessità di procurarmi un nuovo piumino che risponda alle raffinate aspettative estetiche di tutti coloro che vogliono il mio bene, e in modo tanto sincero e schietto, che dio li abbia in gloria.

Che poi io la differenza tra piumino e piumone non l’avevo mai capita. E se non avessi dovuto mettere su casa in inverno e contemporaneamente rinnovare il mio guardaroba, probabilmente non ci sarei mai arrivato. E me ne starei ancora a dormire coperto da un giaccone, e a vagare per la città indossando una coperta per proteggermi dalle intemperie. Praticamente un clochard, ma con meno dignità.

Indi la necessità di procurarmi un nuovo piumino. E qui sono cazzi. Perché facendomi sommariamente, e in modo del tutto arbitrario, una cultura in materia, sono arrivato alla conclusione che i piumini si dividano in due macrocategorie generali, entrambe con una forte propensione a far apparire cretini coloro che li indossano.

Fenotipo 1 – Il vigile
Metà dei piumini di questo mondo ti fanno assomigliare a un vigile. Aspetto apparentemente sobrio, vagamente rigido e marziale, tascone grosse e posizionate un po’ ovunque, qualche borchietta qua e là. Sono i piumini meno estetici e più pratici. Quelli che tendono a scomparire nella mediocrità quando li indossi. Tanto per farti capire, non ti sogneresti mai di indossare un piumino del genere se dovessi cercare d’entrare nella discoteca più fica della tua regione. Mai. Non supereresti la selezione del raffinatone pelato e abbronzato in t-shirt che di solito ti squadra con disgusto dall’uscio del locale. Ma nel mesto tragitto verso la tua Fiat Punto, posteggiata a fatica in modo regolare a soli 2km di distanza, sentirai l’irrefrenabile impulso di multare tutte Porsche Carrera cagate di brutta maniera a pochi centimetri dall’ingresso VIP della discoteca. Ma poi ti ricorderai di non essere un vero vigile, nonostante il giaccone e l’aria incazzosa, e allora ti limiterai a pisciare sulla maniglia della portiera del guidatore, perché perdìo una soddisfazione devi pur togliertela.

Fenotipo 2- Bibendum
Che poi è l’omino Michelin, ma se avessi scritto "Omino Michelin", non avrei avuto la possibilità di farvi sentire ignoranti, e io a queste piccole soddisfazioni ci tengo. Ognuno ha le sue fisse.
Comunque. Non è detto che le cose ovvie siano per forza disprezzabili, e ci sono poche cose più ovvie di questa: l’altra metà dei piumini in commercio ti fa assomigliare al celebre omone di gomma, è un dato di fatto. Poi esistono differenze, corto, lungo, nero, blu, viola, birulò. Ma la variante estetica che preferisco, e che negli anni ha sempre rappresentato il trait d’union tra le varie tendenze è "Sacco della Rumenta".
Quel materiale plasticoso, lucido, molliccio, che ti fa venire voglia di prendere il tizio per la collottola e depositarlo nell’apposito cassonetto, ma solo nelle ore indicate, altrimenti quelli del Fenotipo 1 ti fanno un cazziatone. Di solito però chi indossa un piumino di tipo 2, con variante rumenta, tende ad essere un palestrato decerebrato, ma col collo molto grosso e con scarsissimo senso civico, e in discoteca riesce a entrarci come e quando vuole, perché è amicone col buttafuori.
Perciò sulla faccenda del cassonetto forse è meglio sorvolare.

Sono perplesso. Magari prendo un cappotto.

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