Reality & virtuality

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Due parole per dire che, come al solito, le riunioni di blogger mi mettono addosso un certo imbarazzo. Eppure già un paio di volte ho partecipato a serate coi ragazzi di GBC, e sono state anche divertenti. Cioè in realtà sarebbero tre le serate, ma sulla terza è meglio soprassedere che ci siamo visti in tre, appunto, e uno è il solito Spassky che sopporta la mia faccia quasi ogni weekend, e una domenica sì e l’altra no, quando il Genoa gioca in casa. Siamo andati al solito locale dove c’era un’altra blogger che per prima cosa, quando ci ha visti, s’è alzata di fretta e con fare da agente segreto è venuta da noi a dirci “per carità, fate finta di non conoscermi, vi scongiuro”. L’abbiamo accontentata, in fondo non è stato difficile.

Ieri c’era la giornata conclusiva di InEdita, che se ancora non sapete che cos’è ormai è troppo tardi, perché è finita ieri, appunto. Ma in pratica era un convegno sull’editoria in generale, e su l’editoria online, i blog. Roba seria. C’erano blogger che, smesso per un attimo l’anonimato, salivano sul palco per parlare brevemente di vari aspetti legati al mezzo di internet più amato da grandi e piccini. C’era Tambu, che cercava di convincerci a usare Google Analytics per le statistiche dei blog, che dice che è tanto buono che fa pure il caffè. Però a me il caffè non piace, ma a Tambu non gliel’ho mica detto, che sa che faccia ho e dove abito, e c’ho paura!

C’era Estrellita, seduta tra il pubblico, lei non parlava di nulla ma era lì perché anche lei voleva far finta che le statistiche di Google fossero la migliore invenzione dell’uomo dopo le cabine armadio. E forse era lì perché anche lei aveva paura di Tambu, che certamente sa il suo indirizzo. Caspita, quante ne sa ‘sto ragazzo, magari inizio anch’io a usare guggol.
 
C’era AurigaFenice, anche lei tra il pubblico, forse un po’ frastornata perché non s’aspettava di sentir parlare di roba informatica, o almeno non solo di quella. Ma è comunque riuscita a riconoscermi tra i corridoi del salone, e iddio solo sa come ha fatto viste le mie foto che ho pubblicato sul blog. Quindi forse non era così frastornata, dopo tutto. Però c’aveva il treno che partiva.

C’era PlacidaSignora che placidamente e con grande signorilità presentava gli interventi, coordinava lo svolgimento del programma insieme a MarBel, e stringeva mani di oscuri figuri che sostenevano di essere Spassky, Roja30cr e Hardla.

OrientPrincess no, lei non c’era, e infatti ha mandato me a prendere il libretto dei Post in 10 Righe, dove ce ne sono anche un paio suoi. E’ stata fortunata: 1. l’ho trovato, 2. era gratis. L’ordine potete anche invertirlo.

C’erano molte altre persone, ma mica persone normali, parlo di quelle che di giorno le chiami per nome e ti rispondono, ma poi accendono il computer e il nome lo cambiano. Dai, lo sapete, no? Che io un po’ mi spavento quando qualcuno mi chiama Andrea su internet. C’era gente, così, insomma. Un po’ come noi. Tranne Andrea Beggi, che lui c’ha il nome uguale sia per strada che su internet. Bizzarro!

Nella casa del Grande Fratello, invece, (credevate d’esservela scampata ‘sta settimana, eh?) la gente continua a entrare a uscire manco fosse S.Vittore. Che se eliminano la procace cotonata abruzzese ci può anche stare, ma che senso ha fare entrare altri due concorrenti alla terza puntata? Oh di questi non c’ho voglia di fare la solita scheda, ve la risparmio. Tanto poi la settimana prossima ne entrerà almeno un altro, che il fattone di provincia, Lucio, se n’è uscito sua sponte. Era entrato al Grande Fratello per dimostrare a suo padre che, una volta nella vita era capace di portare a termine qualcosa. Evidentemente s’era accordato col papà per una permanenza di due settimane e un tocco, tanto ha resistito. Oh, ora vado, che fra poco c’è la Gialappa’s.

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