Panni sporchi in pubblico

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Per chi non lo sapesse, a Torino in questi giorni c’è l’Ostensione della Sindone. Ostensione è una di quelle parole che non la senti dire mai in nessun altro contesto, un po’ come "obliterare il biglietto". Non ho mai visto nessuno ostendere (???) il biglietto dell’autobus, né tantomeno obliterare la Sindone.

Fatto sta che il sacro lenzuolo col l’effige di Gesù è in mostra al pubblico per circa un mese e mezzo, ed è una faccenda importante, perché viene mostrato una volta ogni minimo 10 anni. Per questo la gente s’è detta: "caspita, è una faccenda importante, la sindone è in mostra per circa un mese e mezzo e viene mostrata una volta ogni minimo 10 anni, dobbiamo troppo andarci!".

E infatti ci sono andati, tutti. O ci andranno. Perché in Italia va così: metti una madonna di gesso che piange o un lenzuolo sudato e la gente si catafotte. E’ questione di tradizione e di appeal. Il top sarebbe un lenzuolo sudato che misteriosamente piange all’apparizione della Madonna. Wow, boom del turismo!

La faccenda va più o meno così. Ti metti in coda per qualche ora, dopo aver viaggiato chissà quanto per arrivare a Torino, senza contare intasamenti del traffico, e hai diritto a 3 minuti di visione del lenzuolo sacro, in compagnia di altre 149 persone. E se non hai altri 149 amici con cui condividere l’esperienza, niente paura, te li forniscono quelli dell’organizzazione!

Sabato era il primo giorno, e l’evento è stato salutato dalla giornata più bella e calda dell’anno. Domenica, invece, c’è stata una paurosa regressione verso l’inverno più buio freddo piovoso e cupo. Quasi a punire quelli che non s’erano presentati il primo giorno. Così imparano.

E m’immagino le orde di agguerrite vecchiette, in coda per il lenzuolo, vestite primaverilmente (sempre che quest’avverbio esista, altrimenti lo deposito io alla siae) ingannate dalla giornata di caldo e sole, schiattare di freddo sotto il k-way di ordinanza (il k-way ci vuole sempre nello zaino, perché "non si sa mai", è una cosa che s’impara alla prima escursione).

M’immagino la tenacia delle tenere vecchine nel voler difendere il loro diritto ad avere un personale e diretto contatto col sovrannaturale, novelle S.Tommaso, mentre gli esemplari più deboli del gruppo venivano falcidiati dalle intemperie, rendendo ancora più meritoria la loro perseveranza. Perché la religione è un po’ questo: prove tangibili e martirio.

E poco importa che non ci siano affatto prove tangibili che il lenzuolo sia effettivamente quello di Gesù, o che sia del 1° secolo, o che sia in qualche modo legato alla palestina. Perché in questo caso la Fede prevede anche un atto di fede, curioso a dirsi. Sappiamo però che da nessuna parte c’è l’etichetta "made in china", ed è già qualcosa.

In ogni caso, da quando vivo nella casa nuova non ho ancora cambiato le lenzuola. Se resisto ancora per qualche settimana, saranno talmente imbrattate dalle mie traspirazioni e dai miei vari fluidi corporei, da poter vantare anche io la mia personalissima Sindone. Per quando diventerò anche io una divinità acclamata in tutto il mondo.

E la mia sindone sarà molto più divertente: vuoi mettere un noioso lenzuolo di lino, con un fantasioso tessuto di cotone blu scuro ikea? Senza contare che i tecnici di laboratorio più smaliziati potranno trovarci anche tracce residue della signora Divinità: cosa che mi renderebbe senza dubbio più fico del precedente Messia.

Accetto prenotazioni per la prina ostensione, che avverrà sulla corda del bucato del mio terrazzino in data ancora da definirsi.

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