Mi ripresento

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Come i peperoni, ma peggio. Perché i peperoni dopo sei anni uno può ragionevolmente supporre d’averli digeriti del tutto, mentre invece un blog, dopo sei anni, c’è ancora il rischio che stia ancora lì a rovinarti il sonno.

Non so. Sei anni sono parecchi, da tutti i punti di vista. E in questi sei anni la mia vita è cambiata parecchio, da tutti i punti di vista. E’ cambiato tutto, tutto tranne una cosa. Oggi come allora i blog non erano poi così frequentati.

Nel 2004 pochi avevano un blog (punto x1, nel diagramma seguente). Nel 2010 pochi hanno ANCORA un blog (punto x2). O almeno un blog che ancora frequentano con una certa regolarità.

parabola

Come il diagramma dimostra con matematica precisione, da qualche parte tra x1 e x2 la gente s’è rotta il belino di scrivere sul blog (il punto in cui il diagramma smette di salire e ricade al suolo con medesima progressione, se avessi voglia di ritoccare l’immagine ci metterei un bel puntino, fate finta che ci sia, come un capezzolo su una tetta piuttosto deforme). Forse la gente s’è rotta il belino perché nel frattempo tutte le veline e i maschi alfa della penisola italica si sono trasferiti su facebook per propagare la loro specie. E si sa che quello che fanno veline e maschi alfa è intrinsecamente giusto per motivi resondoliani, che non devo certo spiegare a voi.

Sei anni fa ho scritto il mio primo vero post, e mi fa sorridere che fosse una solenne dichiarazione d’intenti. Manco presagissi che quello che andavo a fare avrebbe comunque cambiato la mia vita. E l’ha cambiata davvero. Diavolo d’un paragnosta che sono.

Un paragnosta piuttosto impreciso, per la verità. Alcune delle mie supposizioni sono state brutalmente smentite. Altre si sono rivelate piuttosto azzeccate. Non m’aspettavo di conoscere gente scrivendo cazzate. Forse lo speravo, ma sapevo bene che chi visse sperando morì con forti problemi intestinali. E invece.

Doti medianiche a parte, mi piace aver mantenuto fede ai miei intenti inziali, ci vuole metodo, o moltissimo culo, per mantenere un certo rigore. La verità è che del blog m’è piaciuto tutto. M’è piaciuto l’anonimato, che m’ha permesso di scoprire molte cose su di me e sulla gente. E ancor di più m’è piaciuto perdere l’anonimato, e scoprire ancora più cose su di me, sugli amici di sempre e sulla persona che adesso mi sta guardando da una webcam a 170km di distanza, metro più metro meno.

In questi casi si sul dire "100 di questi giorni". Io sarei contento di vederne anche solo altri 6. Ma altri 6 così, però. Altrimenti vada pure per 100.

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