Ma porc….

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Ecco, lo sapevo. Una volta che trovo il partito perfetto da votare, quello se ne sta dalla parte sbagliata dell’arco costituzionale. Potrei scrivere milioni di cazzate per spiegarvi il perché di questo mio rammarico, ma sono sicuro che, almeno stavolta, un’immagine valga davvero più di milioni di cazzate.

Guardate un po’…

Lo confesso, in passato ho praticato più volte il voto ironico, talvolta ho scelto apposta i partiti (o i candidati, quando si poteva ancora esprimere la preferenza) più improbabili, solo per il gusto di votarli e di vantarmi con gli amici. "Bello stronzo", penserete. E avreste perfettamente ragione. Anzi, per dirla in temini più attuali "bel coglione".

Ma stavolta non è tempo di ridere, me ne rendo conto, semmai bisogna turarsi il naso e rispondere "obbedisco" alla propria coscienza. E purtroppo DC-NPSI stanno appena alla destra di quella linea immaginaria che separa il male politico dal bene, o comunque dal meno peggio. Peccato, avrei premiato volentieri la loro ironia. E non pensiate che sia umorismo involontario, il loro. Voglio credere che siano perfettamente coscienti dell’enorme potenziale umoristico del loro slogan. Avessero voluto essere presi sul serio, di sicuro non avrebbero candidato Pippo Franco come Capolista nel Lazio.

No, dico, PIPPO FRANCO. Come CAPOLISTA. Cioè, non so se mi spiego: un giorno costoro si sono radunati attorno a un tavolo in un ispirato brainstorming e si sono detti "chi possiamo scegliere come rappresentante dei nostri valori e delle nostre ideologie nella grande regione del Lazio?". E tutti in coro: "ma Pippo Franco, naturalmente!". E poi sono scesi in strada ruttando e scorregiando, cantando per le vie di Roma "mi scappa la pipì, mi scappa la pipì, mi scappa la pipì, papà… non ne posso proprio più, io la faccio qui!". Gran burloni quelli della lista DC-NPSI.

Perciò capisco che un reverendissimo padre della Prima Repubblica come il Senatore a vita Giulio Andreotti, uomo notoriamente molto ironico, abbia dichiarato che domenica voterà Pippo Franco. Non ci credete? Guardate nel sito del Nuovo PSI. Belin, vivessi a Roma, l’avrei votato pure io. O almeno sarei stato fortemente tentato di farlo, se il momento politico non fosse stato così importante. E se il Presidente del Consiglio non m’avesse intimato di non fare il coglione, naturalmente.

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