Lorenzo

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«Lorenzo o, come dicevan tutti, Renzo
non si fece molto aspettare.»

Alessandro Manzoni

Paola non sarebbe d’accordo con Manzoni, per due motivi. Innanzi tutto non le piacciono molto i nomignoli, per il suo bimbo ha scelto Lorenzo, tutto intero, e non Renzo, o peggio ancora, Lollo. E poi Lorenzo o, come è meglio che nessuno dica sennò Paola s’arrabbia, Renzo, un po’ s’è fatto aspettare. Insomma, dodici ore non certo facilissime. Senza contare i soliti nove mesi, e forse pure qualcosina in più.

E allora che c’entra Manzoni? Niente, non c’entra niente. E’ che stavolta volevo scrivere due righe per benino, una cosa seria, senza i soliti svolazzi inutili. Volevo scrivere qualcosa di bello per Lorenzo che è appena arrivato, e per Paola e Andrea che l’han fatto arrivare fin qui. Ci provo da tre giorni, ma non è facile. E allora mi sono buttato sulle citazioni.

Non è facile raccontare una nuova vita, trovare le parole giuste, spiegare uno stato d’animo, un’emozione. Emozione di due nuovi genitori, due amici. Anzi, più che amici. Fratelli. Che a uno come me, un figlio unico, i fratelli non li porta la cicogna, uno come me se li sceglie strada facendo. Emozione, si diceva. Emozione anche mia che genitore non sono, non ancora, chissà se mai. Emozione da “zio”, e ci metto le virgolette per rispettare la forma, ma sono virgolette scritte con un inchiostro chiaro, anzi con un tratto di matita, leggero leggero, da cancellare all’occasione giusta.

No, le parole giuste non riesco a trovarle. E’ un problema mio, forse, non ne conosco tante. E non sono mai stato bravo a parlare di queste cose. Ma come si fa a descrivere il sorriso elettrico di un papà, o quello stanco di una mamma? Quali parole servono per raccontare lo sguardo umido e luminoso dei nonni? Papà, mamma, sono parole nuove per descrivere qualcuno con cui ho condiviso metà della mia vita, e anche di più. Parole nuove, ma molto naturali, che loro indossano comodamente, come fossero i loro abiti preferiti. Mamma Paola, papà Andrea, genitori. No, non trovo nulla di strano in queste parole, sono quelle giuste, sono quelle che erano destinati a indossare fin dall’inizio, e so che lo faranno bene. Con cura e naturalezza.

Non è facile raccontare una nuova vita. Non ho le parole per descrivere i capelli color mamma e la fossetta di papà. Meglio allora un’immagine, scattata alla vetrina insieme ad altri paparazzi sorridenti e sgomitanti. Un’immagine che non rende giustizia al bel protagonista. Ma è un’immagine da “zio” con le virgolette sottili sottili.
Benvenuto, Lorenzo.

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