Lo sfoggio di Cultura

| 17 commenti

Nelle ultime settimane CronacheSorprese, Paolone e Disagi mi hanno invitato a compilare il questionario sui libri che da tempo gira per i blog. Non è che abbia ‘sta grande voglia di farlo, è dura ammettere a te stesso e agli altri che non hai la cultura con la Q maiuscola, non più almeno. Però non voglio neppure sembrare scortese, quindi cercherò di rispondere alla mia maniera.

Saranno mesi che non compro un libro nuovo. Da anni, ormai, rileggo sempre le stesse storie di Sherlock Holmes, Poirot, Fantozzi, Montalbano e Don Camillo. Senza grandi difficoltà, comunque, visto che ho la singolare propensione a dimenticare ciò che leggo nel giro di un mese.
Prima che il mio cervello andasse in stand-by, qualche anno fa, leggevo parecchio, e pure roba tosta. Poi basta. Fantasia, però, non ne ho mai avuta, quindi mi sono buttato su quelle cose che tutti quanti, prima o poi, finiscono per leggere. Mi piacevano i russi, Tolstoj e Dostoevskij, beat generation americana Kerouac et similia. Adoravo Bukowski, come tutti. Stavo iniziando ad annusare i giapponesi, Yoshimoto, Mishima e Murakami (e incredibilmente emanavano odori gradevoli). Italiani del primo novecento, Pirandello, Svevo, come tutti. Hemingway, Calvino, Hornby, i soliti. Ma, conscio di dire una bestemmia per molti, ho sempre avuto preconcetti enormi per gli autori in lingua ispanica, sudamericani in toto. Ed è per questo motivo che mi sono sempre rifiutato di leggerli. D’altra parte se avessi avuto modo di verificare di persona, che razza di pregiudizio sarebbe? Il motivo? E’ che mi sembrano pallosi, terribilmente.
Da quando ho il cervello in vacanza, invece, ho avuto solo la forza di leggere roba "politica" tipo il fondamentale "No Logo" e quasi tutti i libri di Michael Moore. Poi solo junk novels.

Se dovessi consigliare della roba (e perché mai qualcuno dovrebbe chiedere consiglio proprio a me, poi?) indicherei senza dubbio "1984" di Orwell, meglio se in lingua originale. Un classico che tutti credono di conoscere ma che fa sempre bene rileggere. E che non è un romanzetto di fantascienza, come molti pensano. "Delitto e Castigo", certo. E se proprio devo fare il figo, segnalando un titolo poco noto, allora vi dico anche "La versione di Barney" di Mordecai Richler. Indicato soprattutto a chi conosce la letteratura della Beat Generation e vuole conoscere il punto di vista a posteriori di chi l’ha vissuta e ne è sopravvissuto. E leggetevi "Guerra e Pace", che sarà anche lungo 2000 pagine in due volumi, ma che si lascia leggere davvero fluidamente, senza contare che fa davvero molta scena buttarlo lì con nonchalance in una conversazione (e ci credo, 2000 pagine, fa anche un fracco di rumore se lo butti da qualche parte).

Il testimone non lo passo a nessuno. Se proprio lo volete, venitemelo a chiedere.

17 Comments

Rispondi a hardla Annulla risposta

-->