L’importanza di un buon ritratto

| 11 commenti

Non so per quale scherzo del destino mi sono ritrovato a seguire “Chi l’ha visto?” l’altra sera, ma vedere le immagini di tante persone scomparse mi ha toccato il cuore e per questo motivo mi rivolgo a voi, che non avete niente di meglio da fare che leggere queste righe, in un appello semplice e molto sentito: per l’amordiddio fatevi delle foto decenti prima che sia troppo tardi!

La sfiga è sempre dietro l’angolo, nessuno pensa di diventare un fatto di cronaca nera ma la cruda realtà è che molti ci finiscono contro la loro volontà e senza prevviso alcuno. E a costoro dico: volete davvero che l’unica foto che finirà alla stampa, l’unica immagine grazie a cui verrete ricordati per anni e anni dalla popolazione italiana, sia quella di quella volta che per scherzo, ubriachi fradici, vi siete messi in testa i mutandoni di nonna?

Pensateci. L’altra sera parlavano di un tizio scompraso (ebbé…) e, per far vedere al pubblico il suo volto che metti mai che qualcuno lo riconosca per strada e chiami in diretta per fare la carrambata, hanno messo in onda una foto tristissima in cui questo distinto 60enne, sguardo vuoto e annoiato, tiene in mano ad altezza volto un palloncino a forma di coniglietto. Un quadretto grottesco, visto il contesto. Forse l’avranno fatto per sdrammatizzare la situazione, o magari la famiglia ha un perverso senso dell’umorismo. Oppure quella era davvero la foto migliore che sono riusciti a trovare, nonostante la circostanza non certo festosa.

Ecco, il rischio è proprio quello. Dalle mie parti c’è un famoso caso di cronaca, un omicidio di una ventina d’anni fa, di cui si parla ancora oggi. Per non mischiare (troppo) fatti seri con le mie cazzate deliranti non vi starò a dire quale, in fondo un po’ di pudore ce l’ho pure io. Vi basti sapere che ogni volta che se ne parla, sulla stampa o in tv, viene proposta la stessa identica foto della vittima, la stessa smorfia improbabile, la stessa ambientazione ancor più improbabile. Roba che al confronto perfino le fototessere lombrosiane, fatte di fretta, venute malissimo e appiccicate con noncuranza su documenti che varranno 10 anni, e che vi procureranno giustificatissimi sfottò da parte dei vostri amici, perfino quelle malefiche fototessera sono migliori di certe foto che circolano sui giornali.

E allora ti chiedi “ma era davvero l’unica foto disponibile?”.

Ecco, per evitare che i vostri cari mettano in circolazione vostre foto imabrazzanti, fatevene una voi, che sia almeno decente, fate anche 20 tentativi se necessario, prendetevi il vostro tempo (ma non troppo, che metti mai la sfiga…), fatela stampare in 2-3-4 copie, mettetela in bella evidenza nella cornice silver-plated, regalo di cresima di qualche zio, che prende polvere in sala da tempo immemore, regalate le altre copie a genitori, nonni, fidanzati/e, cugini. Ripetete la procedura ogni 10 anni, per evitare che le foto non siano troppo datate e inutilizzabili ai fini della vostra identificazione televisiva.

In questo modo avrete un legittimo margine di sicurezza che la vostra pittoresca istantanea con in testa i suddetti mutandoni di nonna non sarà mai divulgata ai mezzi d’informazione, a meno che non stiate davvero sul cazzo ai vostri cosiddetti “cari”, cosa che, a guardarvi bene, non mi sentirei neppure troppo d’escludere.

Buona vita.

11 Comments

Rispondi a moodymatti Annulla risposta

-->