L’antro fastidioso

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L’amico Mudcrutch ha scritto una divertente analisi dei negozi che sente più ostili, e la cosa m’ha ispirato queste due minchiate che vado a scrivere, e che in effetti non sono sicuro di non aver già scritto in precedenza, perché in fondo spesso ripenso alle stesse minchiate e il mio blog non lo rileggo mai, com’è giusto che sia.

A differenza di Mudcrutch il mio disagio non è tanto per le categorie merceologiche, diciamo che riesco a sentirmi più o meno a mio agio in qualsiasi negozio in cui ci sia qualcosa che mi interessi comprare.

Il mio fastidio si concentra più sullo stile di vendita. Non sopporto i posti in cui i commessi ti aggrediscono con reiterate richieste d’assistenza: la mia filosofia è :“se avrò bisogno, mi farò vivo io, e fino a quel momento siete pregati di farvi i cazzacci vostri”.

Un esempio di questo genere a Genova è Olmeda (noto negozio di abbigliamento), la tizia che gestisce il negozio è una iena professionista e istruisce da anni in tal senso i commessi, è praticamente impossibile farsi un giro per il negozio e guardare qualche prezzo in pace senza essere infastidito da qualcuno. E se quel qualcuno è proprio la tizia, allora sono cazzi. Perché non accetterà un NO come risposta: non siete convinti dei pantaloni di lana neri che siete andati a provare? Vi proporrà un paio di jeans kaki. Non vi piacciono i jeans kaki? Anzi abitualmente non portate proprio mai i pantaloni, per vostri motivi religiosi? Niente paura, c’è una giacca a vento fucsia che dovete proprio provare. Eccheccazzo. Lei DOVRA’ vendervi qualcosa, a tutti i costi, altrimenti non riuscirà a fare il salto nel tempo, almeno secondo i calcoli di Ziggy.

Una volta sono riuscito a girare per il negozio, guardare i prezzi che mi interessavano e uscire evitando per un soffio la iena alla cassa, che stava servendo altra gente. Ha provato a chiedermi al volo se mi serviva qualcosa, ma ormai ero uscito indenne, alla facciazza sua. Peccato però, perché il negozio mi piacerebbe pure, ma ormai ci vado solo in caso di estrema necessità, proprio per l’atteggiamento del personale.

Altra faccenda è Footlocker, anche lì ti individuano appena metti piede nel negozio, ma se dici che sei a posto così, loro ti mollano e vanno a fare altro. In questo caso dev’essere proprio una politica societaria elaborata dalla cattiva multinazionale americana. Qualche scienziato del marketing avrà rilevato che placcare il cliente direttamente sulla porta d’ingresso fa aumentare le vendite del 5,92%, e chi sono io per confutare questi dati? Alla peggio se mi rompono i coglioni vado da Athletes World, dove non mi caga nessuno.

Infine, un’altra cosa che proprio mi dà in culo è l’atteggiamento di quei negozi d’abbigliamento che hanno 2 piani di roba per donna e un sottoscala buio e umido per quella da uomo. Come dire, se proprio dovete entrare nel nostro negozio, state lì buoni buonini e cercate di rompere i coglioni il meno possibile mentre noi spilliamo i soldi alle vostre mogli. Perché si sa che in questi casi i maschi sono piuttosto essenziali negli acquisti, e dio non voglia che contagino con questo morbo le loro dolci metà.

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