La sicumera dell’ingegnere

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Personaggio normalmente piuttosto schivo e dimesso, l’ingegnere (con la i minuscola a comprendere tutti gli ingegneroidi e affini assimilabili) sfoga tutta la sua carica carismatica in pochi ambiti molto ben definiti.

Per questo motivo sarà probabile vedere un ingegnere balbettare mezze frasi sconclusionate in un bar affollato, raramente saprà sostenere lo sguardo altrui in una normale conversazione tra esseri umani, ma provate a spostare il discorso sull’ultimo ritrovato tecnologico in vendita alla fnac, e costui ritroverà favella, sguardo fiero e autostima. Perché la tecnologia è l’habitat naturale dell’ingegnere.

Egli sa tutto di tecnologia. E quando non sa, ci sa arrivare da solo. Anzi, ci vuole arrivare da solo. Perché l’ingegnere, normalmente sottomesso nelle cose della vita, non accetta la sconfitta sul suo campo di battaglia, l’unico terreno in cui egli riversa le costanti umiliazioni che la vita gli riserva.

Per questo motivo, MAI e POI MAI vedrete un ingegnere sfogliare un manuale d’istruzioni. Appartenga esso all’ultimo gadget in materia di telefonini, o al polmone d’acciaio che dovrà mantenere in vita la vecchia mamma. L’ingegnere è empirico: l’ingengere quando non sa, va a tentativi. E’ questione di orgoglio.

Costasse anche la vita dell’anziana genitrice o, peggio ancora, causasse il crash del nuovo costosissimo smartphone multitouch.

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