La prima volta che ho visto Torino

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La prima volta che ho visto Torino ero alle scuole medie. In gita di classe, la solita visita al Museo Egizio e poi Superga. Non ricordo molto di quel giorno, delle impressioni più che altro. Il museo egizio, ad esempio, non lo ricordo affatto, anche se so d’averlo visto. Ricordo il brutto tempo, e tanti lunghi viali alberati, con i controviali. A Genova non ce ne sono mica tanti, fatti così. Ricordo d’aver pensato che l’unico viale di quel tipo che avevo visto a Genova era Corso Torino, e che forse Corso Torino si chiamava così perché a Torino ce ne sono tanti simili. Che a pensarci non è neppure la peggiore idea che mi sia mai passata per la testa.
Ma la prima volta che ho visto Torino, io Torino in realtà non l’ho mica vista tanto, se togliamo controviali e mummie.

La prima volta che ho visto Torino, per davvero, era un anno e mezzo fa. Anzi un anno e mezzo fa più un giorno, ad essere precisi. La precisione è importante. Di quel giorno ricordo tantissime cose, fin da prima d’arrivarci, e non tutte rilevanti, ma tutte preziose. Ricordo il viaggio in treno, passato col naso al finestrino, come quando s’era piccoli, mi ricordo a contare i minuti alla rovescia, a scrutare segnali di città nell’interminabile serie di campi nel paesaggio lì fuori.

Ricordo i campetti da bocce dalle parti di Moncalieri e la sagoma del Lingotto, che avevo già visto in foto, e che allora mi sembrava un luogo così esotico. Ricordo l’incombente palazzone dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino, tra il Lingotto e Porta Nuova, che ha tuttora un grande potere rassicurante su di me, e che cerco sempre con lo sguardo ogni volta che arrivo/parto.
Ricordo d’essermi seduto in Piazza Carlo Felice ad aspettare una telefonata che non arrivava, mentre mi guardavo intorno un po’ inebetito. Ricordo che c’era il sole. Ricordo anche che, a seconda del lato dei giardini in decidevi di sederti, potevi essere sopraffatto da una caratteristica puzza di marcio, oppure no. Ricordo che io scelsi il no.

La prima volta che ho visto Torino io poi Torino non la dovevo neppure vedere. Non che mi fosse vietato, certo, ma non era quella l’intenzione. Dalla Stazione a Destinazione e ritorno. Per fortuna Destinazione era in pieno centro. E mettiamoci pure che le indicazioni che avevo ricevuto per arrivarci non erano particolarmente chiare, e che sono stato costretto a girare un po’ a vuoto. Senza contare che, per un fortuito caso del destino, nella linea retta tra Porta Nuova e Piazza Castello un passante mediamente distratto può godere di alcune delle cose più belle che la città può offrire. E che uno, in quella linea retta, turista lo diventa per forza, anche se non ne aveva alcuna intenzione.

Per dirla tutta, la prima volta che ho visto Torino, un anno e mezzo e un giorno fa, non ho visto solo Torino. Ma questa è un’altra storia, e non ho voglia di raccontarla adesso.

Però da quel giorno Torino l’ho vista tante altre volte, per fortuna. E ora proprio non riuscirei a farne a meno.
Di Torino? Bé, diciamo così…

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