La Morte al telefono

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  • Pronto?
  • Pronto, parlo col Dott. Hardla?
  • Si, chi è?
  • Sono la Morte.
  • La corte?
  • No, non la corte, la Morte.
  • No guardi, non m’interessa, sono già abbonato con Tele2.
  • Mi sa che ha capito male, io sono la Morte, il tristo mietitore, ha presente cappa nera e falce? Gioco sempre a scacchi nei film svedesi, m’avrà visto…
  • Ah. E che vuole da me?
  • Guardi, avrei una cosa da dirle ma non s’inalberi subito, ci pensi su.
  • Beh, dica.
  • Ecco, mi risulta che lei abbia ancora un po’ di tempo da vivere, ma il fatto.. ecco… è che mi trovo a passare dalle sue parti e… insomma… mi chiedevo se già che c’ero potevo prendere anche la sua anima. Sa, per fare un viaggio solo…
  • Ma sta scherzando?
  • No, sono serissima. Mi risparmierebbe un sacco di noie che manco s’immagina.
  • Oh Cristo.
  • No, guardi, io sono la Morte, non mi occupo di religione.
  • Come?
  • Niente, dicevo che non mi occupo di religione. E’ che molti mi chiedono che c’è dopo. Ma io mica lo so, il mio lavoro è portarli dal punto A al punto B, dopo non sono più affari miei. E’ questione di competenze.
  • Capisco.
  • Allora, che ne dice della mia proposta? Vuol venire?
  • Mah, veramente io preferirei vivere ancora un po’.
  • Ne è sicuro? No, perché a me risulta che lei non se ne sia fatto granché della sua vita, finora.
  • Ma come si permette?
  • No, davvero, non volevo offenderla. Ma io non vedo niente di notevole nei suoi files.
  • Beh, i files saranno sbagliati.
  • Può essere, controlliamo subito. Lei ha condotto una vita soddisfacente? E’ felice?
  • Mah, chi può dire d’essere veramente felice?
  • Amore? E’ mai stato innamorato?
  • Boh, non ricordo. Credo di si, mi sarà capitato prima o poi.
  • Ma come, non ne è sicuro?
  • E’ che non ho mai vissuto una storia d’amore di quelle che appena le vedi da lontano dici: "ma guarda quei due come si amano". Quindi non lo so.
  • Facciamo che a questa casella ci metto NO, per il momento, poi magari la si cambia.
  • Vabbé…
  • Amici?
  • Ah, tanti. Lì non mi lamento. Anzi, pure più di quelli che mi servirebbero.
  • Bene. Farò finta d’ignorare una certa punta di sarcasmo. Lavoro?
  • Mah. Faccio qualcosa, come tutti.
  • Divertimento? Esce? Guarda film?
  • Mah, perlopiù bevo. Con gli amici, però. Mai da solo.
  • Quanti libri legge all’anno?
  • Ma è sicuro di non essere dell’Euroclub? Guardi che io sono già socio, eh.
  • Stia tranquillo, non voglio venderle niente. E comunque nei miei files c’è scritto che effettivamente suo padre è stato socio per parecchio tempo, ma ora non lo è più.
  • Vabbé, m’ha beccato.
  • Insomma… dicevamo… Le parlerò in tutta franchezza, dal quadro che emerge di lei non mi sembra che abbia particolari motivi per rimanere a questo mondo. Io le consiglio di togliersi il pensiero subito. Eviterebbe qualche anno di umiliazioni, noia e frustrazioni. Uh, per non parlare delle delusioni d’amore… non m’è permesso rivelarle nulla del suo futuro, ma guardi, roba da nascondersi per settimane sotto un piumone, con un flacone formato famiglia di antidepressivi.
  • Uh, m’andrà così male?
  • Non può immaginare quanto. Non si riprenderà mai più…
  • Cazzo.
  • Allora che faccio? Posso passare da lei?
  • Ma sta scherzando? Ho passato tutta la vita nell’apatia più grigia. Ora lei arriva qui, mi prospetta una formidabile delusione d’amore, una sofferenza così intensa che mai ho provato prima, e dovrei rinunciare a tutto questo per un’eterna tranquillità? Ma fossi matto! Me la voglio godere fino all’ultimo!
  • Ma… è sicuro?
  • Certamente!
  • Lei non è normale, lo sa?
  • Beh, se lo scriva sui suoi files, allora. Si vede che non sono aggiornati. Ora la saluto. Addio!
  • Arrivederci…

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