Io odio Lush

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La finissima e vagamente allusiva vetrina di un negozio Lush

Da quando ho creato la categoria ” fanculismi ” sto scrivendo solo post di questo tipo. Vorrà pur dire qualcosa.

Il fanculismo di oggi è per Lush e per i negozi come Lush. Da quello che ho capito Lush è una catena internazionale che vende saponi sfiziosi e prodotti per la bellezza. Dico così perché non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmici abbastanza da oltrepassare la soglia, e per un semplice motivo. Puzza, fete, nausea, ripugna da far schifo.

Lo so, è ironico per un negozio che fa del sapone la propria bandiera, essere notato per il fetore che emette. Eppure non è così strano. Il marketing sensoriale è una realtà e, volenti o nolenti, dobbiamo conviverci ed abituarci. L’inconfondibile “odore McDonald’s” (puzza McDonald’s?) ci avverte a decine di metri di distanza (anche e soprattutto in città sconosciute, come un’invisibile insegna luminosa che ci manipola i sensi) che nei pressi c’è sicuramente un “ristorante” della nota catena. Stimolando le nostre papille gustative, o i nostri conati, a seconda del nostro rapporto con il junk food. Questo è marketing.

Lo confesso, ho deciso di fare outing anche se questa rivelazione mi costerà diverse amicizie e sicuramente la fidanzata: a me l’odore McDonald’s non dispiace del tutto. Ecco, l’ho detto. Certo, non vorrei avere una casa nei pressi, ma quando ci capito per caso un pensierino a patatine fritte e Chicken McNuggets lo faccio. Adesso posso morire con la coscienza a posto.

Lush è diverso. E’ più forte, più penetrante. Mi buca le narici e grida al mio cervello “corri via di qui SUBITO, cazzo!”. Sono assolutamente convinto che all’interno del negozio siano in vendita saponi e prodotti dalle fragranze deliziose, ma quando mi ci avvicino ho la sensazione che tutte queste fantastiche fragranze mi colpiscano al naso tutte insieme contemporaneamente. Anche le profumerie mi fanno questo effetto, ma meno.

Non ce l’ho col marketing sensoriale, probabilmente è solo un mio problema con determinati odori. Anzi, posso citarne esempi virtuosi: il negozio Zara, nella via principale di Genova, alletta i clienti sparando invitante aria condizionata ghiacciata nei torridi mesi estivi e mettendo il riscaldamento a palla nei mesi in cui si gela, con le porte del negozio rigorosamente aperte, tutto l’anno. Tecnica furba, perché il cliente viene attirato dentro più per autodifesa che per reale voglia di fare acquisti. Ma poi, dato che è lì…

Comunque Lush mi rompe il cazzo. Oh.

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