In Cuba Libre veritas

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Scrivo di getto, così come viene, ancora in stato di ebbrezza alcoolica. Si, sono ubriaco, e stasera rincarerò la dose, perché è venerdì, perché ci sono gli amici, perché ne ho voglia e bisogno. L’aperitivo sul mare è stato un prologo, un trailer, perché come al solito il vecchio Hardla guarda i trailer delle vite degli altri. Dispensando perle di saggezza gratuite. Perché nella mia città, si dice, siamo tirati su tutto, ma perdìo un consiglio fuori luogo non lo neghiamo a nessuno. Brutta roba quando ti trovi a, non dico invidiare, ma almeno a guardare con curiosità, i casini altrui. Come se non avessimo i nostri da risolvere, ma, come dice l’urologo di Hulk, il cazzo del vicino è sempre più verde.
E’ che i problemi altrui sembrano sempre risolvibili, semplici. Banali no, non coi miei amici almeno, ma almeno scontati nel loro svolgimento, proprio perché li conosco così bene. E ti ci danni, ti sbatti per far vedere agli altri soluzioni grosse come case popolari erette da giunte democristiane, ma niente, loro non ti danno retta. Poi ti colleghi scrivi due cazzate sul tuo blog e scopri di essere ipocrita. Perché i tuoi problemi mica li risolvi, e si che le soluzioni sono lì, davanti a te, grandi come il Biscione (e chi bazzica Genova sa di che parlo). E gli amici te l’hanno detto mille volte cosa dovresti fare. Ma non lo fai. Perchè sei fatto così, e non c’è niente da fare. Che scusa del cazzo, vero? Quando la dicono gli altri, però. Quando la dici tu è tutt’altra faccenda.

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