Il mio giumbotto

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Sarà che vedere celebrata Lory Del Santo come nuova icona intellettuale italiana, solo perché ha vinto l’Isola dei Famosi, mi ha fatto un certo effetto. Oppure sarà che gli anni ’80 sono tornati su come neppure una frittatona di cipolle in una giornata al mare può fare. O anche perché Enzo Braschi è genovese, e qualcosa vorrà pure dire. O semplicemente perché sono un coglione nostalgico. Però l’altro giorno mi sono preso un giubbottone di jeans imbottito, roba che non si vedeva dai tempi dei paninari, almeno qui a Genova. Che poi non è proprio vero, qualcuno insisteva a indossare roba simile, ma senza autocoscienza, con una noncuranza quasi irritante, non certo per un vezzo. Insomma, si capiva che quelle persone in 20 anni non hanno mai trovato il tempo di svuotare l’armadio.

Oggi esco di casa, fiero nel mio giubbottone di jeans imbottito della Carrera, uguale uguale a quello che avevo alle medie (non sono mai stato molto trendy, ammettiamolo, la Carrera non era proprio nella Top10 delle marche preferite dai veri Galli Di Dio). Dalle mie cuffiette, Sandy Marton mi canta della Gente di Ibiza ma, dopo che ho visto il suo panzone flaccido dondolare sulle spiagge televisive dei reality, non riesco proprio a prenderlo sul serio. Anche le cuffiette, a ben vedere, sono diverse: sono bianche e attaccate a un coso che mi può sparare musica per 2 giorni di seguito, senza nemmeno dover girare la cassetta ogni 45 minuti. Scendo a Brignole e il mio primo istinto è quello di schiaffarmi un panozzo nel gargarozzo, ma il Burghy non c’è più da anni e, boh, il McDonald’s che sta al suo posto non m’ispira allo stesso modo. Allora cerco qualche metallaro a cui rifilare una compilation di schiaffazzi ma, a parte che trovare un metallaro originale è piuttosto difficile, quei pochi che esistono li stenderebbe pure mia nonna, tanto sono fatti.

Il Coordinamento Rossoblù di Via Malta non esiste più, i biglietti della partita li compro in un negozio di dischi che vende tramite un circuito telematico, avessi preso i biglietti per Eros Ramazzotti, per loro, sarebbe stata la stessa cosa. Per me no, ovviamente. Domenica vado con gli amici vicino a Padova, a vedere il Genoa. Il momento è difficile e bisogna sostenere la squadra. Mentre esco dal negozio, guardo i biglietti e penso che, si, ci sono delle cose che non sono cambiate.

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