Il Buco Bianco

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"Cerco un centro di gravità permanente,
che non mi faccia mai cambiare idea
sulle cose, sulla gente…"

Mi gira la testa. Mi hanno detto che il centro non c’è più, che il centro è morto, e in principio c’avevo creduto. Poi ho iniziato ad avvertire come una vertigine, una spinta gravitazionale verso un punto inesistente. Un buco nero, anzi un Buco Bianco, che succhia tutto ciò che mi sta intorno. Allora ho capito: il centro non può morire, è l’Alfa e l’Omega della politica italiana. E’ l’unico terreno su cui i due presunti schieramenti possono battibeccare a voce più bassa, magari recitando qualche sommessa preghiera. E’ come un grosso Duty Free, una zona franca, in cui i politici possono fare spesa senza pagare tasse elettorali.
Abbiamo un Centro-Sinistra e un Centro-Destra, e mi venite a dire che il centro è morto? Mica Sinistra e Destra, no. Quelle sono parole tabù, che al massimo possono essere utilizzate per insultare la parte avversa. Magari al plurale (LE sinistre, LE destre) tanto per alludere, con sottile precisione retorica, ad eventuali difformità di pensiero all’interno dello schieramento opposto.
Al Duty Free del Centro ci vanno anche i televisionari, quelli che ci regalano decine di fiction su Papi Buoni, Pastorelle con visioni e Santi con le Stigmate. O sul Pontefice appena deceduto, avendo la decenza, però, di rimandare la trasmissione di una settimana intera, tanto per non essere tacciati di opportunismo da qualche bizzarro idealista. Uno che magari, non era neanche tra i dodici milioni e rotti che si sono visti ieri la prima puntata. Perché in Italia il centro è cattolico, e basta. E nessuno dice una parola se la RAI manda il promo di una miniserie su De Gasperi. E questo va bene, ma che sarebbe successo se, per assurdo, il soggetto fosse stato Berlinguer o Almirante?
Buona visione.

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