I Teorema Morale dell’Aggregazione Serale

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Teorie formulate basandomi sull’osservazione empirica dei rituali sociali di alcuni miei vecchi compagni di università. Persone con le quali, fino a qualche anno fa, condividevo le uscite serali e che adesso ho occasione di vedere solo quando viene organizzata una rituale mangiata in gruppo. Se mi azzardo a proporre una più informale bevuta, costoro storcono il naso con vigore, manco volessi costringerli a seguire la maratona completa dei monologhi fuori sincronia di Enrico Ghezzi.
Essendo influenzati dalla mia nota indifferenza verso il cibo, e riferendosi ad un campione così ristretto, i risultati non possono avere una qualsivoglia valenza generale.

Maturità = mangiare in compagnia

scelta ottimale: proporre ristoranti poco noti ma che il passaparola tra amici indica come posti in cui "si mangia molto e si spende poco", in questo caso bisogna essere competenti altrimenti si rischia una rovinosa perdita di prestigio.
alternative accettabili: pizzerie, ma solo se è troppo tardi per prenotare nei posti precedentemente menzionati.
alternative inaccettabili: mangiare panini in un pub, caldi o freddi non importa.
alternative molto inaccettabili: mangiare velocemente per poter andare a bere dopo.

Immaturità = bere in compagnia

aggravanti note: scegliere locali pieni e/o rumorosi o posti in cui bisogna aspettare per sedersi tutti comodamente intorno ad un tavolone, ordinare superalcoolici; tutti questi eventi spingono il giudizio generale sulla tua persona da "immaturo" a "patologicamente immaturo".
soluzioni moralmente inaccettabili: ventilare l’ipotesi di un giro dei locali, indicare posti in cui bisogna fare una tessera, chiedere un secondo giro di alcoolici; in questo caso diventi "persona sgradevole da frequentare".
suicidio sociale: proporre, ormai ubriaco, una capatina al club dove fanno bella musica, generando il disprezzo generale.

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