Hardla, chattella!

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MSN ?!?Non so se esiste un modo corretto di usare l’instant messaging, ma io mi sento parecchio in imbarazzo. Quando usavo ICQ non avevo questi problemi, ‘sta roba non era poi così diffusa e i pochi contatti che avevo li avevo dovuti convincere io a ficcarsi il programma sul computer. Amici che magari riuscivano a malapena a leggere le e-mail e che conoscevo da una vita, poche selezionate persone che sfruttavano un mezzo relativamente nuovo per tenersi in contatto, viste anche le distanze. Spesso ci si connetteva a internet solo per chattare e la comunicazione era decisamente volontaria.
Altri tempi, anche perché le linee flat non erano ancora così diffuse, o almeno non a casa mia. Quando ero connesso ero automaticamente disposto a chiacchierare, rare volte spegnevo il programma o mi mettevo ‘invisibile‘.

Le ultime chat devo averle fatte più di 4 anni fa, poi un buco. Un lasso di tempo in cui molta gente ha iniziato a usare MSN Messenger, magari dall’ufficio, magari rimanendo sempre connessi. Ogni tanto qualcuno provava a dirmi ‘dai, perché non ti metti Messenger?‘ ma ho sempre glissato opponendo motivi di ordine economico: le chat avrebbero gonfiato la già notevole bolletta telefonica. Scusa valida, e anche abbastanza sincera, seppur non completamente. Ma da quando ho l’ADSL questo motivo è decaduto quindi, sotto la spinta del solito Spassky, già responsabile della nascita di questo blog (e quindi ora sapete con chi prendervela), mi sono arreso al nuovo che avanza. Ho aperto il mio bell’account hotmail e, conseguentemente, iscritto al network MSN.

E ora che ci faccio? Qualche contatto me l’hanno dato gli amici, altri li ho indovinati. Ma la verità è che non mi sono ancora abituato ad avere l’IM sempre connesso, e ho sovente la sensazione di non aver nulla da dire. Spesso mi dimentico di cambiare il mio stato, il mio computer è sempre acceso, ma non è detto che io sia lì davanti, e  per questa ragione ci sono un paio di persone che avrebbero ottimi motivi per mandarmi a quel paese. Poi ci sono degli amici che lo usano dal posto di lavoro e che mi dispiace seccare, quindi, nel dubbio, tendo ad aspettare che siano loro ad avviare la conversazione. Lo so, sono fisse inutili, anche perché quando uno non vuol farsi trovare i mezzi li ha. Però non l’ho ancora capito, datemi tempo. Senza contare quelle volte che qualcuno mi fa venire un infarto inviandomi suoni improponibili mentre sto scrivendo la tesi, ma almeno a questo dovrei riuscire ad adattarmi abbastanza in fretta.

Anni fa, però, la mia comunicazione tramite l’Instant Messaging era voluta, spesso aspettata o cercata e, soprattutto, fine a sé stessa. Ora è decisamente casuale e disinvolta: consente una certa liberà di movimento, anche solo di scrivere due righe ogni 2 ore senza che nessuno si offenda, almeno spero.
Né meglio né peggio, solo molto differente. Una differenza che, evidentemente, non ho ancora imparato a gestire.

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