Guerra fredda e guerra buia

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Chi lavora ad una scrivania, 8 o più ore al giorno, lo sa. La vita d’ufficio è costellata da innumerevoli piccole battaglie di posizione, che sei costretto a combattere con colleghi, collaboratori, fornitori, superiori, autorità varie, divinità.

La più eclatante è ovviamente quella per il controllo della temperatura, soprattutto d’estate. Il fottuto condizionatore. Un qualsiasi medico generico, o almeno una di quelle vecchiette che stazionano tutti i pomeriggi nella sua sala d’attesa, possono confermarti che ci sono precise ragioni fisiologiche se uomini e donne percepiscono le temperature in modo diverso, che il ferro, il sangue, staminchia. E che quindi è normale che chi vuole il condizionatore acceso (uomini) debba scontrarsi con chi glielo vorrebbe ficcare su per il sedere, sideways (donne).

Quindi accendi spegni alza abbassa regola la ventola più forte più piano verso il soffitto verso il pavimento deumidifica raffredda riscalda. Tutto in modalità stealth, cercando di schiacciare il tastino del telecomando quando gli altri non possono accorgersene, mascherando il classico “BIIP” con un rutto o un peto rumoroso (meglio passare per maiale piuttosto che morire di caldo) o qualsiasi altra cosa MA NON un colpo di tosse altrimenti la collega maligna ha il pretesto per dire “ah ma sei raffreddato, meglio spegnere l’aria prima che ti venga qualcosa di brutto”.

Che poi l’ipotetica collega maligna, assunta a categoria generica e non identificabile in una persona precisa, è di solito anche tecnolesa. E quindi del fottuto telecomando la sua testolina semplice percepisce solo il grosso pulsantone colorato ON/OFF, ignorarndo ogni altro tipo di sottigliezza intermedia. Quando ha caldo, ON, fino al livello ghiacchiaia, quindi OFF, per tornare al livello jungla. Hai voglia a sbatterti mezz’ora per programmare il condizionatore in modo ultra preciso, ad una temperatura non fastidiosa, col getto d’aria discreto e non direttamente rivolto verso qualche persona. Una programmazione talmente sofisticata che portesti riscrivere il manuale dell’aggeggio di tuo pugno, senza mai neppure averlo letto, e con una prosa migliore. Poi però te ne vai al cesso un paio di minuti e al tuo ritorno l’ipotetica collega, simulando giovialità ma lanciandoti uno sguardo di sfida, ti dice: “ho pensato di spegnere un po’ per aprire la finestra”. Già, la finestra, gran bella pensata, la finestra rinfresca, coi suoi delicati refoli di aria umida a 33 gradi, stupido io a pensare di accendere l’aria condizionata, quando fuori fa un bel freschino. Fottiti.

Ma la guerra fredda per l’aria è una banalità rispetto a ciò che mi sta succedendo in questi giorni. Ogni mattina, quando arrivo in ufficio, accendo la luce del corridoio che introduce alla nostra e ad altre stanze, e che serve come passaggio per l’altra ala del piano. Un gesto automatico, in fondo il corridoio è senza finestre e particolarmente buio. Quando però esco dalla stanza trovo ogni volta la luce spenta. Allora la riaccendo. Dopo un po’ la ritrovo spenta. Vabbé, ma dai, sarà temporizzata, non ha senso ma sarà così. Col cazzo, talvolta ci sta anche 4 ore accesa, c’è proprio qualcuno che si prende la briga di riportare le tenebre nel corridoio, ogni volta.  Sto combattendo una guerra di nervi con un ignoto quanto agguerrito nemico. Accendo quella luce anche 10 volte al giorno, anche di più, pur di non far vincere quell’anonimo figlio di puttana (o anonima, chissà perché sono convinto che sia donna, la stronza). E me ne rendo conto che è cosa da fuori di testa, ma proprio non riesco a non incazzarmi ogni volta che trovo la maledetta luce spenta. Ma cazzo, perché? Che senso ha? Sto pensando anche di appostarmi nei pressi del corridio per osservare le persone che ci passano, ma mi frena il pensiero che il mio nemico, sentendosi osservato, non si decida a fare la sua mossa. D’altra parte gli piace operare nell’oscurità (ah ah ah ah ah ahhhh).

Sì lo so, sono stanco. Non è una giustificazione valida per la mia ossessione, me ne rendo conto, ma chi vive quotidianamente la realtà impiegatizia, conoscendone i piccoli e triviali meccanismi psicotici che vi si ingenerano, spero possa avere un po’ di comprensione per me E NON SPENGA QUELLA FOTTUTA LUCE DEL CAZZO. Grazie.

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