Gita Cappestre

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Si lo so che vorreste passare il Venticinque Aprile a commemorare la Liberazione d’Italia dall’oppressore germanico. Magari guardarvi tutto il giorno documentari dettagliatissimi sugli importanti eventi di quel periodo storico che ha cambiato per sempre il nostro paese. Anche se ci fosse un sole grosso così, e dieci modelle mulatte ingrifate dagli occhi chiari e in monokini vi chiamassero a raggiungerle (sostituire "modelle mulatte ingrifate dagli occhi chiari e in monokini" con "scamarci palestrati e con erezioni rocciose" per il pubblico femminile).

Ma allora ci permettiamo di suggerire un’alternativa. Tanto lo sapete che le modelle mulatte e gli scamarci cercano sicuramente qualcun altro, e non voi. Anzi, probabilmente si cercano tra loro, e si trovano, più e più volte. E che i documentari, si, tanto interessanti, per l’amor del cielo, però…

Noi s’organizza la Gita Cappestre, una gradevole camminata podistica campestre a piedi non competitiva a squadre individuali da Camogli a San Fruttuoso, a passo di marcia ridotta. Un’occasione per vedere la luce del sole, per noi poveri gufi da scantinati alcoolici dei vicoli, e per mettere in attività muscoli finora incogniti, che spesso ci bastano quelli del braccio, per alzare il doveroso bicchiere di Caipiroska alla Mela Verde.

Ma visto che la buona volontà da sola non basta, a S.Fruttuoso ci stravaccheremo sulla spiaggia per ore e ore, e il ritorno lo faremo in battello fino a Camogli, dove per celebrare la nostra impresa ci abbruttiremo con lunghi aperitivi molto alcoolici seduti in qualche baretto sul mare, cullandoci nel tramonto del Tigullio.

L’adesione spontanea è assolutamente gratuita. Ci si vede a Brignole alle 10, treno, piedi, battello, alcool, treno. Portate chi volete e arrivate quando volete, siamo molto democartici, in fondo è il giorno della Liberazione. Se ci cercate sul percorso, saremo quelli distrutti dalla fatica capeggiati da un’invasata dai capelli rossi (sempre che non cambi colore per l’occasione) che alternerà bestemmie fantasiose a cori dei partigiani. Se non ci conosciamo di vista, la parola d’ordine è "Quel bastinchio è stazzo!" e la contro parola è "Si, ma a battere i meali". V’ho detto tutto. E se non è così, chiedete pure.

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