Fenomenologia della morte su internet

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 La recente dipartita dell’ennesimo pezzo grosso della società italiana mi ha fatto constatare con rinnovato disgusto come le dinamiche da social network siano, in questi casi, piuttosto prevedibili e riassumibili nei seguenti punti che andrò ad elencare.

  1. FASE 1: L’ANNUNCIAZIONE
    Qualcuno muore, veniamo a saperlo da facebook prima ancora che dai siti di informazione. Tutti sparano la notizia come se fossero i primi a darla, ignari del fatto che altri 3500 colleghi annunciatori stanno facendo la medesima cosa nel medesimo momento, limitandosi alla più ristretta cerchia di conoscenze.
  2. FASE 2: L’APPROFONDIMENTO
    Qui entrano in gioco gli opinionisti, ossia gente che non può fare a meno di commentare l’evento con le proprie banalità, commozioni o presunte arguzie, per non parlare di link, fotomontaggi, video di youtube, gattini e preghiere.
  3. FASE 3: L’ANTAGONISMO
    Lo scopo dell’antagonista è prendersela con annunciatori e opinionisti, mettere in ridicolo o denigrare la loro urgenza di condivisione. L’antagonista si sente superiore a tutti e non accetta che il mondo non si comporti spontaneamente secondo i propri precetti social-morali.
  4. FASE 4: LA TEORIZZAZIONE
    I teorizzatori sono ancora più supponenti degli antagonisti perché, pur condividendone le finalità e talune idee di fondo, non accettano che si alimenti il ciclo della fuffa sui social network, ritenendo perfettamente inutile cercare di convertire alla ragione chi vive di condivisione compulsiva. Perciò scrivono sui propri blog articoli astiosi e finto-ironici sui massimi sistemi di facebook, ben sapendo che nessuno li leggerà mai, dal momento che i blog sono morti, salvo poi pubblicare gli aggiornamenti dei propri post proprio sui social network da loro denigrati. E ogni riferimento alla mia persona è, purtroppo, inevitabile.

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