Fantozzi è una cagata pazzesca

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No, non è vero, scherzo. Adoro Fantozzi. Ma colgo lo spunto per riversare i miei soliti due minuti di rabbia da blog contro chi ha l’abitudine di fare solo affermazioni assolute.

“Questo libro è un capolavoro, quel film è una merda, quella serie è terribile, quell’attore è un cane.”

Assolutismi. Sempre.

Io tendo a capire chi, spinto da un momentaneo o duraturo entusiasmo, si lasci andare a lodi smodate parlando di cose che ha apprezzato assai. Mi sta bene. E’ comunque un atto d’amore, un’espressione di sentimenti positivi. Che magari portano a trascendere e a disprezzare chi ha maturato un’opinione diversa. E qui già capisco meno.

Chi proprio non capisco, e segretamente disprezzo, è chi fa della stroncatura assoluta un proprio vezzo: in parte per costruire una facile aura da “espertone di stocazzo” e in parte per affermare la propria superiorità su chi accenna ad abbozzare dei distinguo o ad introdurre sfumature intermedie.

Queste persone a Genova verrebbero chiamate “mugugnoni”, termine efficacissimo che va a risolvere un annoso problema che riguarda la mia città. A Genova il mugugno è sacro ed è diritto di tutti dalla nascita, la mia fidanzata non genovese non lo capisce del tutto, tende a prendere il nostro mugugno alla lettera, fino a pensare che la negatività genovese non conosca limiti. Il limite invece esiste ed è imposto dall’appellativo di cui sopra. Quando uno è definito “mugugnone” ha superato una invisibile linea di decenza anche per i pur tolleranti standard genovesi.

Quando Fantozzi pronuncia la celebre frase “la Corazzata Kotiomkin è una cagata pazzesca”, non lo fa in modo assoluto, la frase completa è Per me la Corazzata Kotiomkin è una cagata pazzesca”. “Per me”. Sembra un dettaglio banale ma è fondamentale, sposta l’indicatore da assoluto a relativo. Non esclude altre possibili opinioni.

Poi vabbé a quel tempo la scena faceva sorridere perché andava a colpire una moda tutta anni ’70 di imboccare a forza modelli culturali ridicolmente elevati a persone che non erano pronte ad assimilarli e che magari non ne avevano neppure voglia. Ma oggi la stessa scena mi fa anche un po’ paura, perché il concetto di “ignoranza al potere” non è più una ridicola e assurda boutade, ma un tragico dato di fatto che permea la nostra vita sociale e politica tutti i giorni.

Se negli anni ’70 eri obbligato a vergognarti della tua scarsa cultura, al punto di essere costretto a simularne una per pararti il culo, oggi viene deriso il “professorone” che rifiuta la semplificazione facilona di concetti che magari facili non sono, in nome di una diffusa convinzione generale che basti il buon senso della gente semplice per risolvere ogni problema. E’ il rischio di quando il relativo diventa assolutismo del relativo. Non tutte le opinioni hanno lo stesso peso, non ha senso professare il contrario.

Lo confesso: io non sono riuiscito a finire “Infinite Jest” di David Forster Wallace, ho fatto una fatica porca e ora è in stand-by da qualche mese sul mio mobile dell’ingresso. Per finire “Cent’anni di solitudine” ho dovuto tirare fuori tutta la mia forza di volontà, me lo sono imposto, ma non posso certo dire d’essermelo fatto piacere.

Ma non vado in giro a dire che quei libri erano merda. Non pretendo di saperne più di chi li ha scritti o di chi ha i mezzi culturali per esprimere un giudizio molto più informato del mio. So che sono due tra i romanzi più importanti della letteratura mondiale, non mi sento di bollarli come “cagate pazzesche” solo perché io non sono stato in grado di coglierne la grandezza. Piuttosto mi sento umiliato, perché non ho visto la bellezza dove molti altri l’hanno trovata. Posso anche arrivare a sentirmi un po’ inferiore, per sensibilità o cultura, a chi ha amato quei due libri.

E credo sia giusto arrivare ad ammettere un certo grado di inferiorità. Se non sono in grado di riconoscere i miei limiti non potrò mai superarli. Socraticamente so di non sapere, ma non ne vado fiero. In questo senso l’espertone di stocazzo e l’ignorante al potere si assomigliano molto: entrambi bastano a loro stessi e non ammettono turbamenti alle loro convinzioni.

E per me entrambi sono dei cazzoni pazzeschi. Per me.

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