Evviva le cover

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Io adoro le cover. Non l’avevo mai capito, non in termini così didascalici, fino a quando un mio collega non mi ha fatto notare che il mio telefono/lettore musicale ne è pieno. Ecco, in quel momento ho capito di amare le cover, in modo istintivo e non premeditato. Ma ho iniziato ad amarle razionalmente e con cognizione di causa quando, pochi istanti dopo, ha proclamato con esagerata baldanza che a lui, in effetti, le cover fanno cagare. Che una canzone deve essere ascoltata solo nella sua versione originale. E che quindi centinaia e migliaia di artisti anche famosi devono essere tutti dei cretini (e fin qui ci può stare) incompetenti (e qui magari già di meno), penso io elaborando il suo discorso.

Lo perdono. A volte ama dire cose da gagno con modi da gagno, basta non prenderlo troppo sul serio. Dio, quanto mi piace la parola gagno. Il punto è che le canzoni sono partimonio personale e culturale di tutti, e tra i tutti ci metto anche altri artisti, contemporanei e futuri. Trovo limitante e riduttivo vincolare la canzone alla prima interpretazione che se n’è fatta. Al contrario, credo che reinventare o reintepretare secondo stili differenti (anche solo lievemente, senza necessariamente stravolgerla) una canzone, che sia più o meno famosa, possa solo aggiungere qualcosa alla canzone stessa.

Certo, non tutti i tentativi sono positivi. Talvolta escono fuori delle solenni porcate, sono d’accordo. Ma pure queste porcate non uccidono la canzone originale, anzi la nobilitano col confronto. Io non sono assolutamente un esperto di musica, ho i miei gusti abbastanza semplici e pure un po’ limitati, lo ammetto. Ma nella mia limitatezza a volte può capitarmi di avvicinarmi ad altri generi o artisti per via di una loro cover di qualche pezzo che a me piaceva già prima.

Non so, tutto il Jazz è un genere che s’è retto in piedi per decenni basandosi sui rifacimenti dei cosiddetti “standard”, anche se ci potrebbero essere dei distinguo da fare sulla definizione di “cover”.

I primi Beatles hanno costruito la loro popolarità sulle cover e a loro volta sono stati “coperti” in modo impressionante.

Insomma, per farla breve, non trovo affatto offensivo ascoltare cover. Al contrario, mi sembra indice di grande apertura mentale. E non lo scrivo solo perché nell’iPhone ne ho un fottio, sia chiaro.

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