“E vaffanculo…”

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Questo post l’ho pubblicato pari pari sul blog di Nube che Corre. E’ un resoconto personale della giornata di ieri e delle vicende del Genoa. Perché lo pubblico anche qui? Perché non ho voglia di scrivere due post diversi. Eppoi saranno pure cazzi miei, no?

E’ quello che probabilmente hanno pensato i 30 mila presenti allo stadio, e non solo loro, al fischio finale dell’arbitro. "E vaffanculo…"

Vaffanculo a una partita di merda, vaffanculo a una lunga stagione grigia. Vaffanculo alla serie C1 girone A, vaffanculo alla scorsa estate, alle retrocessioni, ai processi e ai ricorsi, a Macalli, al caso Ghomsi, le penalizzazioni, Carraro, le polemiche strumentali, le contestazioni, gli stadi da 500 posti, il tour della provincia italiana. E già che ci siamo vaffanculo anche ai moralizzatori corrotti, che ci sta bene.

Vaffanculo anche alla festa, in un certo senso. Si, occhei, abbiamo fatto festa. Abbiamo fatto il minimo sindacale della festa, non ci siamo sforzati, perché forse non pensavamo d’avere nulla da festeggiare. Due anni, due promozioni, per tornare al punto di partenza. E vaffanculo.

Gente in piazza ce n’era, ma mica poi tantissima. L’anno scorso era un’altra cosa. Naturalmente.
La vera festa era nei vicoli, al riparo da occhi indiscreti. In stile dimesso, come si conviene ai genovesi. A scroccare cibo gratis, come si conviene ai veri genovesi. Che ai Macelli di Soziglia i negozianti genoani offrivano pasta, riso, muscoli e vino per tutti quelli che avevano voglia di farsi la coda. Tutto gratis, eh. Soziglia non è mai stata così piena di gente.

E mentre si aspetta in coda, qualche motivetto orecchiabile, qualche gradevole canzonetta, intonata con sentimento, può aiutare a trascorrere il tempo e a dimenticare la fame. E vaffanculo alla C1.

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