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LaureaA giudicare dai commenti lasciati durante la mia assenza, mi sembra sia chiaro che ieri mi sono laureato, no?

Molta gente ha un’idea romantica della Laurea. Io non so come funzioni dalle altre parti, ma a Ingegneria, a Genova, la faccenda è piuttosto semplice. In novantanove casi su cento, ciò che dirai di fronte alla commissione non influirà sul tuo voto di Laurea. Nel centesimo caso invece si, ma solo perché hai deciso di discutere dettagliatamente i rituali d’accoppiamento delle mogli dei Chiarissimi Professori che ti stanno di fronte. E allora te la sei proprio andata a cercare.

Che poi qualcuno mi spieghi perché i Professori devono essere proprio Chiarissimi, perché non "Verdissimi a Pois Gialli", oppure "Di Una Nuance di Grigio Tendente All’Antracite"? O magari "Birulò" (bello birulò, qualcuno se lo ricorda?). Vabbé, in ogni caso pare che tra la casta dei Chiarissimi Professori, il consumo di cerone sia superiore a quello degli attori scespiriani in costume.

La verità è che la Tesi di Laurea, in generale, tratta argomenti talmente specifici che l’anno di lavoro speso per scriverla ti rende automaticamente la persona che, in città, ne sa di più sull’argomento. E i professori chiamati ad ascoltare le tue belinate (si, belinate, diciamolo una buona volta!) non hanno il minimo interesse in ciò che stai dicendo. Mi è stato riferito che ieri, durante la mia discussione, uno si sia addormentato (beh, lo capisco, erano le 9 di mattina) e altri due si siano passati tutto il tempo bigliettini che recitavano roba tipo "Viva l’Elettronica, abbasso la Meccanica" e "Che faccia da fesso".

Gli spettacoli Live di ARTErnativa devono essermi serviti a qualcosa perché, facendo un rapido sondaggio tra il pubblico presente, sono apparso ai più abbastanza sicuro e rilassato. Un buon 27% avrebbe voluto più ballerine scosciate. E il restante 9% è convinto che non facciano più gli spettacoli di una volta.
Ma nessuno ha capito una parola di ciò che ho detto o mostrato con le mie slides. E quando dico nessuno intendo proprio nessuno, me compreso. Tant’è vero che, contariamente alla prassi, nessun membro della commissione ha osato rivolgermi alcuna domanda, al termine della mia esposizione. Peccato, m’ero preparato delle supercazzole mica male.
Come del resto nessun Chiarissimo s’è accorto che, nella mia tesi, il riferimento bibliografico numero 17 era: Dan Dorfman – "Content checking through Metadata" – Usatoday.com. Ricorda qualcosa, Dedee?

E’ andata bene, dai. Il voto è buono e lo sapevo già da un mese. Alle sei c’è stata una proclamazione pubblica, una faccenda particolarmente sontuosa nella sala più figa di una villa seicentesca, in cui il preside espleta le sue funzioni (tutte le sue funzioni) sotto bellissimi affreschi barocchi. Lo scopo della proclamazione è ripagare, almeno in parte, i genitori del neo-laureato dei milioni spesi in tasse universitarie in tutti questi anni, e al contempo stupirli con la magnificaenza dei locali. E, già che ci siamo, spillare loro gli ultimi spiccioli con le fotografie ufficiali della cerimonia.

Nella seconda parte vi annoierò a morte con il resoconto dei festeggiamenti, non ancora terminati….

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