Ditelo coi fiori…

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Euroflora è una fiera con un casino di fiori e piante. A Genova la conoscono tutti, la gita scolastica lì è una tappa obbligata di qualsiasi persona abbia fatto elementari o medie da ‘ste parti, negli ultimi 40 anni. Fuori Genova non saprei, non c’ho mai vissuto. E’ un eventone, in buona sostanza; c’è ogni 5 anni, ancora più raro dei mondiali di calcio.

Foto panoramica, unione di 4 immagini diverse. Cliccare sulla foto per vederla più grande.
Euroflora: immagine panoramica del Palasport – E’ l’unione di 4 foto, ci ho messo ben 3 minuti per farla, quindi cliccateci sopra, guardatela a schermo intero, al massimo dello zoom, poi tornate qui e commentate "oooh, che bella", che altrimenti m’incazzo e non faccio più niente.

Ieri ho accompagnato mia nonna all’Euroflora. Un po’ per farle compagnia, un po’ per difenderla dall’attacco di attempati playboy ottuagenari, vecchi marpioni del rimorchio che sanno quali sono i posti giusti per beccare. Si perché, se ancora non ve lo siete immaginato, lì è pieno di vecchi. A dire il vero l’età media del visitatore si attesta sui 40 anni, ma solo perché a Euroflora ci vanno anziani e scolaresche (formula: vecchio+bimbo/2), almeno nei giorni feriali.

Comunque, dicevo, mia nonna non è facile da irretire. E’ la classica fighetta che se la tira, di bell’aspetto ma molto restia alla socializzazione fine a se stessa. Applica la dissuasione preventiva, io ero il cane da guardia. La mia presenza serviva da inibitore, ma nei casi più tenaci ho dovuto provvedere con modi spiccioli: ho sabotato sedie a rotelle, spezzato bastoni, e distrutto girelli. Non vi dico che ho fatto ai cateteri, meglio stendere un velo pietoso. Anni e anni di esperienza con amiche mi hanno temprato, ma non immaginavo che il lavoro sarebbe stato così duro, lo confesso.

Ve l’ho già detto c’erano tanti vecchi? I commenti che ho annusato nell’aria erano imbarazzanti: "uh che belli quei fiori", e fin qui tutto regolare, "la prossima volta che torno al cimitero li porto a Luigi". Se non era Luigi, era Carlotta, Giovanni o Cosimo. Uhm, lampo di genio! Ecco cosa mancava, mi permetto di suggerirlo agli organizzatori, per la prossima manifestazione. Va bene il "Teatro dei Fiori", carino certo, ma forse un po’ troppo pretenzioso: perché invece non allestite un padiglione "Eterno Riposo", con buocoliche scene di lapidi e cimiteri, in cui gli addobbi floreali possano risaltare al meglio per uno degli usi che riscuotono più successo nel pubblico? Un’avveduta scelta di marketing, direi.

Cippa di CactusAltra "spigolatura", come direbbe la Settimana Enigmistica, che poi non ho mai capito che cazzo significa spigolatura e che c’enta con le belinate che ci scrivono sotto, ma tant’è… In fondo alla fiera c’era un grosso stand dell’Esercito Italiano. Neppure un fiore, proprio non c’entrava un cazzo col contesto, a prima vista. O forse si? Le parole "ti piacciono i fiori?" e "vuoi fare il fiorista?" rimbombavano nella mia testa, e non solo perché sono in una canzone dei Bluvertigo.

Cioé, la leggenda metropolitana diceva che, alla visita dei 3 giorni, ‘ste domande aiutavano quei geniacci di psicologi ministeriali a individuare possibili omosessuali, o fricchettoni o sovversivi, chissà. Forse si riferivano ai Figli dei Fiori, boh. Però erano domande celebri, e se proprio non volevi provare l’ebbrezza di qualche giorno di analisi a spese dello Stato, ti conveniva stare accorto quando rispondevi. Agli uomini duri non piacciono i fiori, né si sognerebbero mai di fare i fioristi. Che sia chiaro.

Lo stand dell’esercito aveva quella funzione. Controllo e prevenzione: controllo delle persone che avevano pagato un biglietto costoso solo per vedere degli stupidi, inutili fiori, e prevenzione, impedire che le giovani leve diventassero smidollati fiorai effeminati. A tal scopo hanno installato un piccolo ponte tibetano e una mini parete da scalata, e invitavano i bambini a cimentarsi con quelli che, a prima vista, potevano sembrare giuochi divertenti. Il lavaggio del cervello sotto forma di gioco. Bastardi!

Tornando a mia nonna, proprio non capisco che fretta avesse d’andare al padiglione dello shopping. Cioé, se vuoi comprarti dei fiori non è che devi per forza spendere 15 euro di biglietto, per farlo, c’hai il negozio sotto casa! Già che ci sei, e hai pagato per esserci, guarda bene l’esposizione, no? Vabbé, comunque ieri comandava lei, abbiamo girato quattro ore, mi ha relazionato sullo stato di salute di parenti che non ricordo d’aver mai conosciuto, è stata contenta della giornata. E tanto mi basta.

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