Cose che (non) mi mancheranno: 2- le chiacchiere

| 15 commenti

Nel caso non si sia ancora capito, io non sono un gran chiacchierone. Per quanto qualche irriducibile ottimista mi chieda ogni 5 minuti di raccontarle qualcosa, la verità è che non ho mai molto da dire, e quando ce l’ho, voglio dirlo nel minor tempo possibile. A meno che non si faccia una prolungata session di cazzeggio alcoolico, nel qual caso è impossibile fare a priori previsioni di qualsiasi tipo.

Il silenzio mi piace, ma non ci sono particolamente abituato: per tutta la mia vita ho vissuto in una delle strade più rumorose della mia città, in un appartamento che, per abitudine familiare, ha sempre avuto un numero di televisori accesi pari o superiore al numero delle persone presenti in casa in quel dato momento. Insomma, il silenzio per me è sempre stato un ideale raggiungibile soltanto in virtù di particolari allineamenti dei pianeti, secondo antiche profezie azteche.

Nella nuova casa, il televisore ci sarà, il traffico assurdo anche. Ma una cosa sarà diversa. Le chiacchiere. Nessuno entrerà in camera mia per raccontarmi aneddoti nei momenti meno opportuni. Nessuno si metterà a litigare di politica, sostenendo idee insostenibili, mentre guardo il telegiornale.

Ecco, ho l’impressione che tutte queste cose che, lo ammetto, non ho mai trovato particolarmente affascinanti, alla lunga finiranno paradossalmente  per mancarmi. Ho il sospetto che mi ridurrò a pronunciare parole a caso, solo per sentire il suono della mia voce. Cioé, nel bel mezzo di una serata qualsiasi, da solo, sentirò l’impulso di dire "asintotico" o "rabarbaro" o chissà quale altra parola, soltanto per sentire parlare qualcuno in casa.

In quel momento ricorderò tutte le chiacchiere casuali che mi sono sciroppato passivamente, senza apprezzarle davvero. E quando il mio vicino di casa mi farà portare via da simpatici tizi in camice bianco, indossando una pittoresca camicia dalle maniche ridicolmente oversize, allora sentirò una voce nella mia testa, una bella voce, musicale, dal marcato accento sabaudo, che mi dirà:  "mi racconti qualcosa?". E in quel momento, proprio quello lì, una lacrima si farà strada, con grande dignità, sul mio volto, sospinta dalla sola forza di gravità, e cadrà a terra.
In silenzio, naturalmente.

15 Comments

Rispondi a utente anonimo Annulla risposta

-->