Ciao Willie

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io e willieUn paio di settimane fa se n’è andata Willie, dopo una lunga e inspiegabile malattia che, per fortuna, non sembra averla condizionata troppo nella vita di tutti i giorni, se non negli ultimissimi momenti della sua vita. Willie, come i miei amici sanno, era la nostra adorata gattina di casa, quella socievole. Perché in casa Hardla di gatte ce n’erano due, una socievole, appunto, amata da tutti, e una schiva, con evidenti traumi infantili mai risolti, vista la sua costante tendenza a scappare in qualsiasi circostanza. Che è ancora viva e tiene compagnia ai miei, per quanto le è possibile.

willie Willie ha vissuto con noi per 17 anni. Mica pochi per chi, come me, ne ha 37. In realtà dovrei dire che ha vissuto coi miei per 17 anni, con me in effetti sono un po’ meno. Da quando ho lasciato la casa paterna ho ovviamente avuto meno occasioni di vederla e coccolarla. E lei questo me l’ha fatto anchepesare un po’ perché, negli ultimi tempi, vuoi per la vecchiaia, vuoi per la ridotta frequentazione, e vuoi anche per un certo sentimento d’offesa che poteva provare nei miei confronti, beh, Willie non aveva più tanta voglia d’essere affettuosa con me. Non come un tempo, almeno.

willie piccolaSenza falsa modestia devo invece dire che, finché abbiamo vissuto nella stessa casa, io sono sempre stato il suo preferito, mi aveva scelto, da subito. E non vorrei sembrare troppo patetico a raccontare i giochi e le effusioni che facevamo. Chi ha mai avuto un animale che ha amato sa benissimo di cosa parlo, e chi non l’ha mai avuto dubito che riesca a comprendere appieno le mie eventuali parole. Non starò neppure a dire che era bellissima e intelligentissima, i suoi comportamenti curiosi, i vizi e le manie. Vi basti sapere che era la componente della famiglia più amata da tutti, indistintamente. In casa Hardla spesso è mancata la comunicazione tra i suoi abitanti, ma tutti, senza esclusioni, comunicavamo con Willie che, in certi momenti, diventava il collante che ci teneva tutti uniti.

willie piccola gioca dietro il computerNegli ultimi anni Willie s’è ammalata. Il caso ha voluto che i miei genitori avessero programmato da tempo una gita organizzata sui trenini montani svizzeri, proprio nei giorni in cui l’ormai cronica malattia di Willie ha deciso di aggravarsi un po’. Erano 2-3 anni che mia madre gestiva con pazienza e forza d’animo la situazione e già altre volte abbiamo temuto il peggio, ma si è sempre risolto tutto nel modo migliore. Eravamo speranzosi che anche in questo caso le cose potessero andare bene. Abbiamo deciso che i miei sarebbero partiti e io sarei andato a dormire da loro, per dar da mangiare alle gatte e per star loro vicino.

willie b/nEra la prima volta che tornavo a dormire lì, dal giorno in cui mi sono trasferito nella mia nuova casa.  Una sensazione di malinconia mista a tristezza e preoccupazione che, almeno nella prima giornata è stata mitigata dalle condizioni di Willie, che sembravano migliorare. La domenica però era davvero troppo debole, mai l’avevo vista così abbattuta. Ogni tanto la cercavo e le porgevo il cibo, che rifiutava. Ogni tanto passavo a farle coccole che apprezzava facendo le fusa, fino a quando non vedevo la sua coda muoversi nervosamente. E allora capivo che per il momento bastava così.

Sono rimasto con lei fino a tarda sera della domenica, quando i miei sono tornati a Genova. Nel momento in cui uscivo di casa avevo il forte timore che non l’avrei più rivista. E così è stato: se n’è andata il giorno dopo, quando ormai io ero lontano, addirittura in un’altra città, ma accompagnata dai miei genitori. A me è rimasta una gran tristezza, tanti bellissimi ricordi, un po’ di senso di colpa, e la consolazione di esserle stato vicino un’ultima volta, come ai vecchi tempi quando vivevamo sotto lo stesso tetto. Tutte sensazioni lecite, come quando ti muore un amico o un parente a cui vuoi bene.

Ciao Willie.

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