C’è doppiaggio e doppiaggio

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Da qualche anno, a quelli che mi fermano per strada per chiedermi un parere, io rispondo: i doppiatori italiani sono troppo bravi, fanno sembrare credibili attori che in lingua originale fanno schifo.

E’ un parere che condivido in parte. Da un lato è vero, ieri sera stavo guardando uno special su Sex and the City: no dico, l’avete mai sentita parlare Sarah Jessica Parker? Il doppiaggio la salva, poverina, non è colpa sua se si ritrova una vocina stridula e fastidiosa. Il suo personaggio, se ascoltato in originale, non sembra poi così sofisticato. Alla fine ho rivalutato la voce che aveva in “Pazzi a Beverly Hills” (L.A. Story), che a un primo ascolto mi era sembrata esageratamente caricaturale.

Poi, però, guardo film come Shaolin Soccer, e mi chiedo che senso avesse doppiare tutti i personaggi minori (cinesi) con voci dialettali italiane? Si è puntato sul pecoreccio, sulla risata facile, sul Vanzinismo gratuito e ingiustificato, rovinando un film che aveva nelle esagerate sequenze di calcio alla “Holly e Benji” il suo punto di forza.

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