Avere 38 anni ai giorni nostri

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Avere a che fare in maniera costante con un ragazzo di (ora) 18 anni mette la mia vita su dei binari diversi da quelli su cui ha sempre fatto la propria corsa.

Quando penso a me, penso a quello spensierato ragazzo di XYZ anni, un po’ timido e impacciato, ma all’uopo simpatico, soprattutto quando c’è da parlare poco o nascondersi dietro un variopinto monoscopio. E quegli XYZ anni sono una cifra che varia tra i 16 e i 31, talvaolta di meno e molto raramente di più. Quasi mai mi sento i miei 38 anagrafici anni: e anche ora che lo scrivo e me lo ripeto in testa mi suona parecchio strana la cifra.

38 anni. Cazzo. Kurt Cobain s’è fatto saltare il cervello a 27 (ben 18 anni fa, cristo!). 38 anni ce li avevano i miei genitori, ho delle foto di mio padre, un distinto signore di 38 anni con una pancetta incipiente, aveva il fisique du role del paterfamilias, lo guardavi e pensavi “ma che distinto signore 38enne, sarà sicuramente sposato con figli”.

I 38enni di un tempo erano molto più 38enni di quelli odierni. Io mi guardo allo specchio e mica vedo mio padre, mi vedo, me stesso, ragazzo, età indefinibile tra 16 e 31. Poi guardo il figlio della mia compagna, 18 anni, maturità classica appena conseguita, tutte le scelte ancora da compiere. E, come per un potente sortilegio, ritorno 38enne.

38enne sì, ma non come mio padre, anche se sì, sono impiegato, come lo era mio padre, come lui faccio un lavoro ripetitivo, come lui cerco evasione in hobby e interessi che aggiungano significato alle quotidiane 8 ore di routine. Come mio padre non ho importanti teorie sul senso della vita, diversamente da mio padre non ho figli a cui propinare risposte vaghe, anche se mi piacerebbe che Osvaldo, il 18enne di cui sopra, mi facesse domande.

Perché, per quanto sia diverso da me, più aperto, più adrenalinico, più sicuro, per quanto lui non abbia bisogno di un monoscopio per nascondersi alla vista altrui, vedo sul suo volto punti interrogativi simili a quelli che avevo io. E poco importa, forse, che io non abbia risposte conclusive da offrire, sospetto che la chiacchierata sarebbe comunque molto interessante, per entrambi.

Avere a che fare con un 18enne ancora inesperto della vita reale, ma già abbastanza adulto da capire se sparo cazzate o meno, mi fa crescere il desiderio di essere autorevole ai suoi occhi. La tentazione sarebbe quella di abbandonare gli ormai vetusti panni da sempiterno ragazzino, per indossare gli altrettanto inadeguati abiti dell’uomo vissuto. Ma, come ho detto, il ragazzo è sveglio e le cazzate le sa fiutare benissimo.

E’ difficile diventare 38enne tutto di colpo, avendo saltato tutte le scuole preparatorie. Anche chiedere a mio padre non credo servirebbe a molto, lui sembrava nato per fare il 38enne con moglie figlio auto suocera pesce rosso borsello casa in campagna e pancetta incipiente. Io, appena ci provo, vengo sgamato subito. Troppo insicuro, troppo nerd.

Forse è questo il mio ruolo: Hardla, il fidanzato nerd di mamma. Certo, come definizione, a scriverla nero su bianco, non ci guadagno in autostima. Ma forse in simpatia sì, chissà. Sull’autorevolezza magari è meglio non contare troppo, però, così non mi faccio illusioni.

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