(Auto)stima e misura

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Ci sono argomenti che per un po’ ti svolazzano intorno come piccioni impazziti, fino al momento in cui decidono di cagarti più e più volte in testa in brevissimo tempo, se capite la metafora.

Ieri sera parlavo con Santuzza della percezione di stima e autostima che traiamo dal numero di “mi piace” o di commenti su Facebook, di come un numero più o meno alto di questi attestati non sia una misura affidabile della qualità di un certo contenuto, ma piuttosto della rete di relazioni che la persona ha saputo imbastire nella sua vita social-digitale. La mia chiosa al discorso fu: “se una mia foto riceve pochi commenti, non è la mia foto a far schifo, sono io!”. Caustico e iperbolico, ne convengo, ma non del tutto privo di fondamento.

Poi stamattina leggo il buon Smargiassi declinare l’argomento “Like” nel suo editoriale, in chiave fotografica, come da sua vocazione.

Ma ciò che mi ha spinto a scrivere il post è la scoperta che l’artista digitale/programmatore/quellochevolete Benjamin Grosser ha realizzato un plugin che, installato nel nostro browser, rimuove del tutto la presenza di contatori e numeri vari da Facebook. Il progetto Facebook Demetricator si pone l’obiettivo di fornire all’utente una nuova esperienza d’uso del famoso social network, privandolo dell’aspetto più destabilizzante per l’utente, ovvero il misurabile ed inevitabile  giudizio dei suoi pari. Senza contatori (like, commenti, condivisioni, numero di amici etc…) Facebook diventa solo una vetrina di contenuti, che starà a noi vagliare in modo autonomo, senza il bias della “popolarità”, e non un modo di valutare la propria/altrui capacità relazionale.

Non ho ancora avuto modo di provare il plugin, ma sospetto che sia un’esperienza interessante anche per chi, come me, non ha una vita social-digitale molto intensa. Figurarsi per i drogati.

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