Affari rischiosi…

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risky business

Sigaretta in mano. Tazza di té Earl Gray nell’altra. Un occhio al monitor, che c’è un forum dove posso leggere gratis gli articoli di giornale che parlano del Genoa. Non c’è più molto da leggere, ormai, ma questa fastidiosa abitudine estiva è dura a morire. Pavlov avrebbe da dire qualcosa, ne sono convinto. E Freud mi potrebbe spiegare la mia pertinace volontà di essere quotidianamente coperto di escrementi, da stampa locale e nazionale. Almeno non pago per farlo, i giornali li leggo gratis e così li frego tutti quanti.
La musica, al mio volume. Fatboy Slim, gli Offspring, Apollo 440, quello che passa il player. Ballo e canto da solo come un Tom Cruise più biondo e giovane. O più vecchio, in effetti: gli attori vivono fuori dal tempo, a seconda del film cambiano età. Oggi è teenager, domani chissà. Ballo e canto come un idiota, senza camicia, ma anch’io in mutande, che in boxer ci si muove meglio.
Nel lavandino piatti da lavare, da una settimana. Fuori dalla finestra, nuvole. Sul tavolo gli appunti. E in testa quel motivetto che mi piace tanto e che fa "dudu-dudù, dudu-dudù dudduuùù"…

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