«Mi sento solo, depresso, abbandonato»

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Amici Miei

«Mi sento solo, depresso, abbandonato». Questo avrebbe detto Monicelli poco prima di gettarsi da una finestra. Aveva 95 anni. Era un genio della commedia e della comicità. Ci sono innumerevoli motivi per cui una persona può sentire l’impulso di farla finita, e non ho la minima idea di quale sia stato a spingere Monicelli nel vuoto.

Mi colpisce il contrasto. Mi colpisce come una persona capace di cogliere gli aspetti comici come pochi nel nostro paese, abbia perso ogni motivo per stare in vita. Spesso si associa la comicità alla vitalità, e questo può anche essere verosimile. Però è anche vero che le persone che, meglio di altre, sono in grado di cogliere gli aspetti comici o ironici tra le pieghe della vita d’ogni giorno, sono spesso capaci, meglio di altre, di coglierne pure gli aspetti più amari.

Agrodolce. Contrasto. Come il luogo comune del pagliaccio triste o altre banalità simili. Come una vista bipolare che mette a fuoco benissimo gli opposti. In contrasto con la maggior parte della gente, che vive nella zona intermedia. E che magari non sente la necessità di farla finita a 95 anni, o a qualsiasi età.

Molti dei miei film preferiti sono di Monicelli. Sicuramente è questo che m’ha colpito quando ho letto il titolo della notizia. Poi ho avuto un po’ paura. Paura di seguire il suo flusso di pensieri e arrivare anche a capire il perché della sua fine. Ma poi ho ricordato d’appartenere all’esercito di gente intermedia, e mi sono sentito un po’ meglio.

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